Woodcock indaga anche su logge e Cavalieri

Gianluigi Nuzzi

Nostro inviato a Potenza

Non solo l'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro ma anche alcune logge coperte in Basilicata. Il fatto che Vittorio Emanuele sia Gran Maestro di questo Ordine, circa 2mila gli iscritti, e che diversi degli arrestati siano Cavalieri mauriziani, deve aver spinto il Pm Henry Woodcock ad appassionarsi all'ipotesi di un'associazione segreta dai fini imperscrutabili. Insomma, un filone d'indagine sotto traccia che unisce personaggi apparentemente lontani con carriere scolastiche opposte e che vede la «piattaforma massonica» come presunto collante per compiere reati. Solo così si può provare a spiegare perché Woodcock ha acquisito in gran segreto sia gli elenchi degli appartenenti a una loggia massonica radicata in Basilicata, sia, sembra, anche i nominativi degli iscritti all'Ordine di Casa Savoia. Un'iniziativa non nuova: a più riprese gli elenchi degli affiliati a Ordini cavallereschi e logge erano finiti tra le carte della magistratura: dall'inchiesta di Palmi dell'allora sostituto Agostino Cordova fino alla cosiddetta «Phoney Money» aperta ad Aosta dall'ex Pm David Monti. Ma anche in Calabria, e in Sicilia con la celebre «Sistemi Criminali». Tutte indagini con un particolare comune denominatore: sono finite in nulla. Insomma, tanti bei film.
Per questo Woodcock si mostra cauto, senza perdersi d'animo. E al tempo stesso, diciamo per capire, lascia microfono libero a chi infarcisce verbali con scenari massonici suggestivi seppur penalmente irrilevanti. A iniziare da quello dell'oscuro faccendiere Massimo Pizza, nome in codice «Polifemo», che indica Potenza e Reggio Calabria come città dei grembiulini e, tra allusioni incomprensibili e ammiccamenti vari, «Dottore se andiamo a Mogadiscio le faccio trovare gli archivi, lì c'è tutto...», indica anche party e cocktail. A Pizza, tra i vari presenti, piace sottolineare la partecipazione di Francesco Cossiga, il cui nome viene messo a verbale numerosissime volte. In Procura Pizza viene ben pesato: «Abbiamo verificato alcune affermazioni - spiega un inquirente - e le abbiamo riscontrate, ma ancora non ci fidiamo». Tanto che Woodcock ha ritenuto di sentire a verbale un collega, come lo coccola lo stesso Woodcock, ovvero Antonio Ingroia di Palermo. Che non ha mostrato remore a indicare proprio Pizza come confidente: «Sì, in alcune indagini Pizza ci ha aiutato». Ma prima che il fronte «massoneria» assuma più consistenza, Woodcock con la sua assistente Carmela Pace, figlia del procuratore di Trieste, attende il Tribunale del Riesame del 29 giugno. Lì si saprà se mantiene la competenza territoriale. Il gip Alberto Iannuzzi ha invece respinto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari avanzata da Salvatore Sottile, il portavoce di Gianfranco Fini. Per il gip permane la necessità visto che la Gregoraci di recente e pubblicamente ha mutato la sua versione. Davanti al Pm aveva ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con il portavoce di Fini nel suo ufficio alla Farnesina. Nei giorni scorsi ha invece smentito. Vi sarebbero quindi secondo il gip «i presupposti per ravvisare un inquinamento probatorio». Una decisione che provoca le proteste di An, Fi e dei difensori Nicola Luccico e Giuseppe Valentino: «Le ragioni del gip appaiono francamente singolari perché riguarderebbero condotte di altri soggetti e quindi non riconducibili a Sottile. La motivazione è dunque illogica e va impugnata». Rimangono in carcere il sindaco di Campione Roberto Salmoiraghi e Achille De Luca. Perché? Entrambi durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip, «si sono avvalsi della facoltà di non rispondere» e questa scelta, sempre a dire del giudice, «non ha consentito di apportare alcun elemento di novità rispetto al quadro accusatorio». «Siamo tornati al rito Ambrosiano - replica Sergio La Penna difensore di De Luca - se parli esci se taci stai dentro».
Vittorio Emanuele ha invece trascorso la sua prima notte ai domiciliari nell'appartamento ai Parioli con la moglie Marina Doria.

Si è visto recapitare in casella biglietti di solidarietà e all'ingresso anche un mazzo di fiori da uno sconosciuto. Ha passato la mattinata a leggere un romanzo preso in carcere, «L'ultimo volo», senza mostrarsi particolarmente infastidito dalla ressa di cameramen e fotografi in strada.
Gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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