Più volte, con il rischio di essere tacciati di inguaribili Cassandre, abbiamo segnalato su queste colonne linarrestabile deterioramento dellippica di casa nostra. Ma mai avremmo sospettato che il gioco al massacro si sarebbe spinto a un punto di non ritorno. Se qualcuno, infatti, si fosse azzardato a pronosticare che gli ippodromi di Milano e Roma avrebbero rischiato la chiusura sarebbe stato preso per matto da legare.
Invece questa ipotesi da fantascienza da ieri è diventata realtà. Provare per credere: ieri i battenti del trotter di San Siro sono rimasti chiusi e il Corriere della Sera, nei giorni scorsi, ha dedicato pagine intere intrise di malinconia per denunciare che Milano senza i suoi ippodromi non è più la stessa. È un po come se dal campionato di calcio dalloggi al domani dovessero essere escluse Inter e Roma. Lultimatum dellUnire di firmare, in pratica senza condizioni, la proroga delle convenzioni sino al 31 marzo non è stato accolto dagli ippodromi di Milano (trotto e galoppo), Roma (trotto e galoppo), Livorno (galoppo) e Ravenna (trotto).
LUnire ha punito gli ippodromi dissidenti tentando di trasferirne lattività in altri impianti che, peraltro, hanno rifiutato linvito. La situazione è esplosiva e ha costretto il ministro Zaia a proporsi come mediatore fra le Società di corse interessate e lUnire per scongiurare la chiusura di questi ippodromi. Domani alle 13 al Ministero dellagricoltura, pertanto, si siederanno tutti ad un tavolo e cè veramente da sperare nelle doti diplomatiche del ministro Zaia per venire a capo dellincredibile vicenda. Dunque il «quasi Doge» di Venezia è chiamato ad un altro miracolo dopo quello compiuto facendo convogliare allippica in odore di bancarotta 150 milioni di euro provenienti da slot machine ed affini. Fossimo nei panni del ministro leghista, con un estremo atto di coraggio, non esiteremmo a commissariare lUnire con lo stesso Tiziano Baggio che ha già ricevuto il disco verde dei due rami del parlamento per la nomina a presidente. Soltanto con i pieni poteri di commissario straordinario, infatti, il manager trevigiano può tentare con successo di raddrizzare una barca che ormai sta affondando. È impensabile, a parer nostro, lasciar tenere ancora il timone al segretario generale Riccardo Acciai che, forse prostrato da unoverdose di lavoro, appare in evidente stato confusionale. Sapete lultima? Il consiglio di amministrazione ha appena deliberato di aumentare i limiti detà dei cavalli che possono partecipare alle corse al trotto.
Ma come è possibile? Da una parte si diminuiscono le corse al trotto e si vuole ridurre il numero dei cavalli e dallaltra si aumenta il limite di età dei corridori. Un provvedimento che definire incomprensibile ed inopportuno è soltanto un eufemismo.
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