Zecca, un trasloco che non piace a nessuno

Sabrina La Stella

Non c’è pace al Poligrafico e Zecca dello Stato. L’istituto di piazza Verdi si prepara definitivamente a trasferirsi armi e bagagli nell’impianto sulla via Salaria, nella zona di Prati Fiscali. Il cambio di destinazione del palazzo bianco rientra nei progetti del Comune di Roma, che ha destinato l’attuale sede della carta-valori alla realizzazione di un lussuoso albergo a cinque stelle.
La parte monumentale del palazzo ospiterà un albergo al primo piano mentre il piano terra, considerato meno pregiato, verrà destinato all’apertura di negozi. Nei piani superiori invece troveranno posto nuovi appartamenti e uffici di grande rappresentanza.
La destinazione scelta dal Campidoglio non fa felici né i residenti, che - come lamenta Adolfo Matteucci del comitato di quartiere - avrebbero gradito di essere messi a parte delle decisioni del Campidoglio, né alcuni rappresentanti del II municipio: «In una zona dove trecento bambini sono ancora in lista d’attesa per poter trovare posto in un asilo nido - sottolinea la vicepresidente Sara De Angelis -, sarebbe stato importante poter contare sull’interessamento al problema da parte del Campidoglio».
Invece il palazzo di rappresentanza della Zecca dello Stato è ormai destinato a un’élite turistica e al commercio. Il «nulla osta» è partito con l’accordo tra il ministero dell’Economia, la Regione Lazio e il Comune di Roma risalente ai primi di ottobre del 2005, con il quale si è dato il via definitivo ai lavori per il cambio di destinazione della sede della stampa di carte-valori, francobolli e passaporti.
L’Ipzs, istituto partecipato al cento per cento dal ministero delle Finanze del valore di circa un miliardo di euro, è stato così incluso dal Comune di Roma nel complesso progetto «Campidoglio 2» che prevede la realizzazione di un lussuoso albergo, assieme ad altri due prestigiosi immobili pubblici, (l’ex Istituto Geologico Nazionale di largo santa Susanna e la sede del I municipio di via Giulia 79), che lasciano il posto a librerie, mediateche e hotel panoramici.
L’operazione di cessione dell’immobile, realizzata attraverso l’Agenzia del Demanio e conclusasi con l’acquisizione dello stabile da parte della Fintecna (una società controllata dal ministero delle Finanze) ha preso il via cinque anni fa, nel lontano 2001, con una gara d’appalto del valore di base di 95,5 miliardi di vecchie lire. Si trattava di uno degli impegni più importanti, tra quelli assunti dall’allora presidente dell’istituto Michele Tedeschi.
Ma il progetto ha subìto una lunga battuta d’arresto per via di un provvedimento del Tribunale amministrativo regionale che aveva provvisoriamente strappato al suo destino l’immobile, con la motivazione che non rientrava tra quelli indicati dalla legge sulla valorizzazione del Patrimonio dello Stato (legge 410/2001). Problema superato poi per via politica, attraverso il decreto legge numero 106 del 17 giugno 2005.
Ad oggi, il via definitivo ai lavori di piazza Verdi si fa ancora attendere per via delle nuove difficoltà sulla costruzione del nuovo stabilimento di 28mila metri quadrati di via Salaria, nuova sede del Poligrafico, nei pressi della sede Enav.
La Fincosit, società che fa capo alla finanziaria Spafid, avrebbe dovuto consegnare le chiavi già per la fine del 2006. Ma la data di fine dei lavori sembra dover slittare, e prorogare di conseguenza la permanenza dei 2.500 dipendenti nella sede attuale.

Nel frattempo, sia il ricorso in Tribunale per presunte irregolarità nella gara d’appalto, depositato da due aziende che avevano partecipato alla gara stessa (in particolare un raggruppamento temporaneo di imprese e la società Desi), sia i ritrovamenti archeologici nel corso dei lavori, non sono state motivazioni sufficienti a bloccare il corso degli eventi.

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