Nella zona grigia di Ventimiglia tra imam salafiti, jihadisti e migranti

Sfruttando l'emergenza migranti, dalla Francia sconfinano a Ventimiglia imam radicali e pericolosi jihadisti. Si nascondono dietro sigle umanitarie e sono "coperti" dai No border. Ma i loro obiettivi sono altri

Il presidente dell’associazione "Au Coeur de l’Espoir", Hamdi Guizani
Il presidente dell’associazione "Au Coeur de l’Espoir", Hamdi Guizani

È l'estate del 2015, esattamente un anno fa, quando i "No border" scendono in strada a Ventimiglia e fomentano gli immigrati a rivoltarsi contro la polizia. Gli antagonisti, però, non sono soli. Come trapela da fonti di polizia, sentite ieri da Libero, si infiltrano anche alcuni islamisti provenienti dalla Francia. Tra questi ci sono anche Sami Boubakri, imam della musalla (sala di preghiera) "Bon Voyage" di Nizza e il terrorista di Nizza, Mohammed Lahaouiej Bouhlel, che viene filmato e fotografato mentre scende in piazza per "difendere i diritti dei profughi" proprio al fianco dei "No border" (guarda il video).

Sempre secondo la ricostruzione, l'imam Sami Boubakri arriva a Ventimiglia il 17 giugno 2015, durante il Ramadan, per fornire assistenza alimentare agli immigrati. A Ventimiglia resta ben oltre la fine della festività, almeno fino al 5 agosto. I funzionari del commissariato di Ventimiglia e della Questura di Imperia lo ricordano costantemente presente. Di sicuro, tocca a lui, ogni giorno dirigere la preghiera degli immigrati. È in quei giorni che l'imam viene fermato e identificato dalla polizia insieme a altri cinque personaggi: due franco-tunisini, due marocchini e Mohammed Bouhlel, il futuro attentatore della Promenade des Anglais. Quest’ultimo riesce a non farsi riconoscere dalle autorità fornendo il nome "Laha Ouiej" e raccontando loro di essere un volontario dell'associazione "Au Coeur de l’Espoir". L'imam Sami Boubakri, invece, si presenta alla polizia come presidente dell'"Association de Fraternite et du Savoir". Ma chi è veramente? Un semplice religioso o qualcosa di più. In alcuni pezzi della stampa d’oltreconfine Boubakri viene presentato come "l'imam di Nizza" o, in altri casi, come "l'imam della salle de prière de Bon Voyage".

In ogni caso, un collegamento tra le due associazioni umanitarie esiste. Lo ammettelo stesso Boubakri agli agenti: "Abbiamo costituito un collettivo tra queste associazioni". Non solo. Anche a livello territoriale, l'"Association de Fraternité et du Savoir" ha sede in route de Turin 151 (come indicato anche sulla pagina Facebook dell’associazione) mentre, come indica il sito della Union des Musulmans des Alpes Maritimes (Umam), la sala di preghiera "Bon Voyage" ha sede in rue Jules Michel 4, a poche centinaia di metri dalla "Association de Fraternité et du Savoir". Questa è anche lo stesso quartiere - guarda caso - dove abita Mohammed Bouhlel. L'appartamento del terrorista si trova, infatti, in route de Turin 62.

Mappa di Nizza

Procedendo poco più a nord, per route Turin, si arriva nel quartiere dove c'è la sede "Au Coeur de l’Espoir", l'associazione cui fa riferimento Bouhlel quando viene identificato a Ventimiglia. L'indirizzo esatto è rue Guiglionda de Sainte Agathe 15, come indicato sulla pagina Facebook, dove è possibile visualizzare numerose immagini che documentano l'attività a sostegno degli immigrati. Come illustrato da Fausto Biloslavo sul Giornale, però, queste fotografie mostrano "la mobilitazione a Ventimiglia" dove "personaggi con il barbone islamico d'ordinanza che alzano un dito verso il cielo per indicare la volontà e la potenza di Allah".

Il presidente dell'associazione "Au Coeur de l’Espoir" è Hamdi Guizani. È lui a gestire il canale YouTube dove vengono caricati filmati dell’associazione. Tra questi c'è anche un video girato a Ventimiglia: è stato pubblicato il 17 giugno 2015, il giorno in cui l'imam Sami Boubakri arriva in Italia, e per trenta secondi riprende sei volontari dell'associazione mentre distribuiscono agli immigrati musulmani provviste che vengono scaricate dal bagagliaio di una macchina (guarda il video). Difficile stabilire sei i sei personaggi sono gli stessi che verranno fermati il 5 agosto, come è anche difficile (se non impossibile) capire se tra questi ci sia pure Bouhlel.

Mentre dell'imam Sami Boubakri è difficile reperire notizie in rete né tantomeno trovare una fotografia nitida (ce n'è soltanto una sul quotidiano Nice Matin, ma è troppo sgranata), Guinzani spunta ogni due per tre. In un video pubblicato su YouTube dal canale "Association Thales", per esempio, due personaggi presentano il presidente dell'associazione "Au Coeur de l’Espoir" e il "convoglio speciale" di aiuti per la Siria per il ramadan del 2016. Un'opera di bene, insomma. Bisogna, però, ricordare che quando viene fermato Mohammed Bouhlel dice alle forze dell'ordine italiane di essere "un attivista dell'associazione Au Coeur de l’Espoir". Non solo. Accanto alle missioni umanitarie, il canale dell'"Association Thales" pubblica prediche dell’imam d’Aubervilliers, Ami Hassen Bounamcha, noto per le sue posizioni non certo moderate e per essere stato, nel 2013, minacciato di espulsione dal governo Valls, in seguito ad alcune sue dichiarazioni contro gli omosessuali: "A San Francisco, il y a 3 millions de gays, un tiers de la Tunisie ! Allah a crée un tremblement de terre pour les punir, des milliers de morts (A San Francisco ci sono 3 milioni di gay, un terzo della Tunisia! Allah ha creato un terremoto per punirli, migliaia di morti)". Bounamcha si è, poi, distinto, in più di un'occasione, per aver giustificato i matrimoni forzati durante una conferenza al centro islamico "l’Olivier" de Boulogne-Billancourt.

Quello che appare dall'analisi dell'organigramma di queste associazioni umanitarie, che a Ventimiglia si sono infiltrate per "aiutare" i richiedenti asilo, è un'area grigia dove convivono gli attivisti "No border", gli estremisti salafiti, predicatori itineranti

e sanguinari jihadisti come Mohammed Bouhlel. Tutto questo non può non destare preoccupazione perché, come già detto da Fausto Biloslavo, "il passaggio ad azioni violente è dietro l’angolo".

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