Alla base di tutto c'è una telefonata, pubblicata dall'Espresso, in cui Vito Gamberale se la ride per un bando di gara su misura. Una telefonata che tira pericolosamente in ballo l'assessore al Bilancio del Comune di Milano Bruno Tabacci. Una telefonata che imbarazza Palazzo Marino e la Giunta guidata da Giuliano Pisapia. Nel mirino la vendita del 29,75% della società aeroportuale Sea al fondo F2i di Gamberale che adesso è indagato dalla procura meneghina per turbativa d’asta.
Oggi pomeriggio i militari della Guardia di Finanza sono stati negli uffici del Comune di Milano per acquisire i documenti amministrativo-contabili riguardanti la cessione delle azioni della Sea a favore della società F2i. Adesso che nel fascicolo dalla procura di Milano c'è finito Gamberale, indagato per turbativa d'asta, Palazzo Marino trema. L'affaire Sea si ingrossa. Tutto nasce da una intercettazione telefonica di otto mesi fa in cui il numero uno della F2i veniva rassicurato sul bando a cui stava lavorando il Comune di Milano. Un atto che, a detta di Gamberale, era tagliato su misura per lui. Dall'altro capo del telefono c'era un suo collaboratore, Mauro Maia, che oggi figura indagato insieme a Gamberale.
La vendita delle quote della società aeroportuale era stata voluta proprio dal centrista Tabacci, portato al Bilancio da Pisapia dopo aver sconfitto Letizia Moratti alle elezioni dell'anna scorso. Dopo due gare andate deserte per cedere parte della Milano-Serravalle, alla fine dello scorso ottobre il Comune aveva messo sul piatto anche una quota della Sea.
Tuttavia, già alla fine di luglio, Gamberale se la rideva al telefono col suo collaboratore per un bando di gara fatto ad hoc per il fondo F2i. Allora, però, a Palazzo Marino l’ipotesi di acquisizione non era stata ancora discussa e - naturalmente - nemmeno l’ipotesi di un bando di gara che poi pubblicato a novembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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