A Torino, per loro, tira ormai una brutta aria. Così hanno deciso di venirsene a Milano, caso mai qui fosse più facile truffare la gente con la promessa di un posto di lavoro. Unattività da veri signori, coi tempi che corrono. M. I., 43 anni e il 40enne L. B., rispettivamente amministratore unico ed ex amministratore della Clm, una ditta di trasporti nata sotto la Mole e poi caduta in disgrazia, non sono infatti nuovi a questo genere di reati: sempre nel capoluogo piemontese hanno alle spalle infatti una cinquantina tra querele e denunce (e anche qualche condanna) per truffa e reati di tipo finanziario. Qui in città a bloccarli subito, dopo poco più di un giorno dallinizio della loro attività truffaldina, ci ha pensato la squadra guidata dallispettore capo Pietro Marfia del commissariato di Quarto Oggiaro. I due bellimbusti sono stati molto sfortunati: basta guardare su Google per scoprire che Marfia, soprattutto nel campo delle truffe, non è mica uno qualsiasi. Per tentare di frenare i raggiri agli anziani, infatti, lispettore ha persino ideato una porta antitruffa, ora brevettata a livello mondiale. La porta si chiama Welcome, benvenuto. E il suo personalissimo benvenuto Marfia lha dato anche a I. e B.. Portandoseli al commissariato dopo un solo giorno dallinizio della loro singolarisima «selezione del personale» e denunciandoli. Quindi sequestrando il loro Bmw coupé.
La coppia, infatti, aveva affittato per 4 giorni un ufficio in zona Certosa, dove riceveva le vittime adescate tramite uninserzione via internet sul sito www.bakeka.it (completamente estraneo ai fatti). Chi abboccava credeva di venire selezionato per un lavoro da autotrasportatore o giù di lì. E, di fatto, veniva sottoposto a un colloquio. Al termine del quale, però, dopo aver sottoscritto un contratto-farsa, al neo-assunto veniva chiesto di versare 250 euro. Un contributo? No, una vera e propria «quota societaria» assicurava il duo I.-B.. Che avrebbe permesso al dipendente di diventare contemporaneamente anche «azionista» della Clm.
In realtà i truffatori avevano intenzione di fare venti, trenta colloqui e poi filarsela: del resto, dal dicembre scorso fino ai primi di giugno, quando erano stati scoperti e denunciati da una cinquantina di persone, a Torino la tecnica aveva funzionato eccome. A Milano, però, non è andata altrettanto bene visto che, a smascherarli, è stato il primo neo assunto, un 26enne. Che mercoledì, insospettito dalla strana ricevuta rilasciatagli dopo aver versato la somma richiesta è andato anche lui online dove cè gente che, parlando della Clm, lamenta raggiri anche da 6mila euro. Così la mattina dopo il ragazzo è tornato da I. e B. per avere indietro il suo denaro con la scusa di un improvviso trasferimento in Sicilia. Quando il duo ha tergiversato, invitandolo a tornare dopo qualche giorno, il ragazzo è corso al commissariato.
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