Quagliarella formato CR7 la via del gol senza età

Il doriano può diventare il re dei bomber più anziano dopo Toni. E Mancini lo aspetta

Quagliarella formato CR7 la via del gol senza età

Matteo Basile

Quando a inizio febbraio Mancini lo ha convocato in Nazionale dopo tre anni di assenza, in molti hanno pensato a un premio alla carriera. Un riconoscimento per un giocatore che nonostante i 36 anni compiuti continua a fare meraviglie in campo e merita un attestato. Errore. Perché Fabio Quagliarella è un testone, nel senso buono del termine. E celebrazioni inutili non ne vuole e nemmeno ne ha mai volute. E allora ha abbassato il testone, ha incassato i dovuti complimenti ma poi si è rimesso a lavorare sul campo, come sempre. E soprattutto a fare gol, tanti, come ha sempre fatto. L'unico modo che il ragazzo di Castellammare conosce per fare il mestiere di calciatore. Il fatto buffo è che mai come quest'anno lo ha fatto bene. Meglio di tutti, al pari di Cristiano Ronaldo. E alzi la mano chi in tutta onestà lo avrebbe detto a inizio stagione.

Altro che premio alla carriera. Quella chiamata Quagliarella se l'è meritata e probabilmente ne meriterà altre. Perché con la doppietta alla Spal è arrivato a quota 19 in stagione, in vetta ai cannonieri insieme al fenomeno portoghese. Ma non è il solo numero a fare impressione. Quagliarella è diventato il secondo calciatore nella storia della Sampdoria ad aver raggiunto quota 19 reti in due stagioni consecutive dopo Vincenzo Montella, tra il 1996 e il 1998. Basta? No. Il numero 27 blucerchiato è il terzo giocatore della storia della serie A a segnare almeno 19 gol dopo aver compiuto 36 anni: il primo fu Piola nella stagione 1950-51, il secondo Toni nel 2014-15, l'unico ad aver conquistato lo scettro di capocannoniere ad un'età più avanzata della sua, ovvero a 38 anni. Se con 19 gol ha pareggiato il suo record stagionale, stabilito nell'ultimo campionato, con 145 totali nella massima serie è arrivato a -1 da Omar Sivori. E scusate se è poco.

Ma questi numeri non si raggiungono soltanto con il talento, che nessuno può mettere in discussione. Quagliarella è e rimane a livelli altissimi proprio per via di quel testone. Se non ce l'hai, a 36 anni, sei ormai un ex o uno di quei quasi ex che cerca un contratto in giro per il mondo per monetizzare il proprio nome. E invece lui no. Cura maniacalmente la sua preparazione fisica e atletica allenandosi sempre con scrupolo e attenzione. Ha abitudini alimentari ferree, anche in vacanza e nei giorni liberi. Non lo vedi mai in giro per locali se non per una tranquilla cena solitamente a base di petto di pollo e verdure. Punti fermi, che nella vita di Quagliarella ci sono sempre stati. Anche se la svolta che lo ha riportato a volare dopo anni buoni, ma non eccezionali, è un'altra.

Quella storiaccia brutta di stalking e minacce e reputazione in discussione di quando militava nel Napoli lo aveva devastato. Lui, arrivato a giocare e ad essere protagonista nella squadra del suo cuore e costretto a scappare con l'ulteriore fardello di un silenzio imposto per non rovinare il corso delle indagini.

Fino a quella verità che sa di liberazione, la condanna del suo persecutore che per anni ha tentato di infangarlo e screditarlo. Adesso è libero di giocare come sa e di fare quello che sa fare. E che abbia 36 anni poco importa. Per i premi alla carriera ci sarà tempo. Il futuro di Quagliarella è adesso. E perché no, anche in Nazionale.

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