Restano estremamente difficili le operazioni di riconoscimento delle vittime degli attentati terroristici di Bruxelles, ed aumenta il rischio che almeno alcuni dei 31 morti possano restare senza un nome
Intervista a un dipendente italiano della Commissione Europea che, al contrario della collega Patricia Rizzo data per dispersa, è stato graziato dal destino: "Stavo uscendo di casa, quando i miei familiari mi hanno telefonato per dirmi dell'attentato alla fermata metropolitana di Maelbeek, dove scendo ogni mattina per recarmi in ufficio. Speravo in ben altra Unione"
La testimonianza di una connazionale, ancora bloccata in Belgio dopo gli attentati di due giorni fa
I fratelli El Bakraoui recuperano una telecamera nascosta davanti alla casa del direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare. La registrazione sequestrata a dicembre scorso a casa di uno dei sospetti degli attacchi di Parigi
Dalle associazioni ai social, la condanna delle stragi è inesistente: "Stanchi di dire che non c'entriamo"
Un conflitto costa troppo e nessuno si oppone ai Paesi che aiutano l'Isis. Ma anche senz'armi si deve reagire
Appello dei parenti per la 48enne italiana funzionaria Ue sparita dopo l'attentato alla metro. È tra le vittime, ma la conferma con il test del Dna
Tutti i terroristi erano noti alle polizie locali ma non è stato fatto nulla perché non c'è stato scambio di informazioni
Dal sostegno ai ribelli anti-Assad fino alla tolleranza nei confronti degli islamisti di Molenbeek e all'amicizia con i Sauditi
Marco Semenzato, l'architetto padovano, uno dei tre italiani rimasti feriti dall'esplosione delle bombe ieri mattina a Bruxelles: "A novembre dopo l'attentato al Bataclan avevano fermato la metro. Perché non l'hanno fatto anche adesso, subito dopo le esplosioni in aeroporto?"