Breivik aveva fatto causo allo Stato norvegese lamentando di aver subito un "trattamento inumano" perché viveva in isolamento. Ma secondo la Corte d'appello di Oslo il killer di Oslo e Utoya non è stato sottoposto a tortura o trattamenti disumani
Parla l'autrice del libro sulla strage di Utoya. "Troppo facile dire: il killer è solo un mostro"
"Uno di noi" racconta il massacro di Utoya e l'uomo che l'ha compiuto. E soprattutto omaggia le vittime
Nasconde il viso ma si mostra per la prima volta ai fotografi. Nessuno sa il suo vero nome, ma "Victoria" (questo il suo pseudonimo) ha deciso di raccontare la sua storia d'amore con Anders Breivik, l'oltranzista di destra responsabile delle stragi di Utoya del 2011 (77 morti). In questi anni ha scritto 150 lettere d'amore e inviato al "mostro" tanti piccoli regali, tra cui una cravatta nera da indossare nei processi. Dice di averlo conosciuto attraverso un videogioco online nel 2007 ma i due non si sono mai incontrati personalmente. ''Non posso vivere senza di lui e voglio stargli vicino proprio perché si trova in questa situazione - ha spiegato la ragazza all'agenzia Afp, mostrando ai fotoreporter una delle lettere ricevute in risposta dallo stragista - è una figura fraterna, un vecchio amico per cui ho sempre provato qualcosa''.