Breivik, sentenza ribaltata: lo Stato norvegese non ha violato i suoi diritti umani

Breivik aveva fatto causo allo Stato norvegese lamentando di aver subito un "trattamento inumano" perché viveva in isolamento. Ma secondo la Corte d'appello di Oslo il killer di Oslo e Utoya non è stato sottoposto a tortura o trattamenti disumani

Breivik, sentenza ribaltata: lo Stato norvegese non ha violato i suoi diritti umani

Si torna a parlare di Anders Behring Breivik, responsabile delle terribili stragi di Oslo e Utoya del 22 luglio 2011, costate la vita a 77 persone. Com'è noto l'uomo aveva fatto causa allo Stato norvegese, denunciando di subire un trattamento disumano perché in carcere vive in un regime di quasi isolamento. Breivik si sarebbe appellato alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. In un primo momento lo stragista neonazista aveva avuto ragione: la Corte di prima istanza di Oslo, infatti, con la sentenza del 20 aprile 2016 aveva riconosciuto che Breivik era stato maltrattato. Ora però la Corte d'appello di Borgarting, con sede a Oslo, ha ribaltato quella sentenza.

Secondo la Corte le condizioni rigide di detenzione a cui è sottoposto Breivik sono giustificate dal fatto che l'uomo non ha mai mostrato segni di pentimento e pertanto costituisce una minaccia. Inoltre viene evidenziato il rischio che altri detenuti potrebbero aggredirlo. Per questa ragione il parziale isolamento sarebbe anche una misura di sicurezza per l'incolumità dello stesso Breivik.

Delusione da parte dell'avvocato di Breivik, Oeystein Storrvik.

Il legale ha annunciato che farà ricorso presso la Corte suprema della Norvegia. Se anche la Corte suprema dovesse dare torto al proprio assistito Breivik, all'avvocato non resterebbe che rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

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