Nel porto vecchio di Trieste, il Magazzino 18 ha conservato per oltre 70 anni le masserizie degli esuli istriani, fiumani e dalmati.
Alla fine della Seconda guerra mondiale oltre 300mila italiani abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia scappano dalle loro terre per sfuggire alla violenza dei partigiani del maresciallo Tito
Alla fine della Seconda guerra mondiale oltre 300mila italiani abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia scappano dalle loro terre per fuggire alla violenza dei partigiani del maresciallo Tito. "Sono arrivati gli slavi, hanno incominciato a uccidere. Lì era diventato pericoloso. Non abbiamo potuto fare altro che venire via".
Questo luogo metastorico custodisce le masserizie dei nostri connazionali costretti a scappare alla fine della seconda guerra mondiale da Istria, Fiume e Dalmazia per sfuggire alla pulizia etnica e per non rinnegare la propria italianità
Nel porto vecchio di Trieste c’è un magazzino “speciale”. Le mura sono logorate da salsedine ed umidità ma, sulla facciata, si legge ancora il numero “18”. Divenuto famoso grazie allo spettacolo di Simone Cristicchi, questo luogo metastorico custodisce le masserizie dei nostri connazionali costretti a scappare alla fine della seconda guerra mondiale da Istria, Fiume e Dalmazia per sfuggire alla pulizia etnica e per non rinnegare la propria italianità
La presidente della comunità italiana in Crima, Giulia Giacchetti Boico: "La canzone Magazzino 18 di Simone Cristicchi dedicata alle vittime italiane in Istria, mi ricorda dolorosamente quanto è avvenuto alla nostra comunità qui in Crimea".
Accusato di fare "propaganda antipartigiana", il cantautore romano si difende: "Ho fatto il mio dovere di artista"