Foibe, nuove polemiche su Cristicchi: "Cacciatelo dall'Anpi"

Accusato di fare "propaganda antipartigiana", il cantautore romano si difende: "Ho fatto il mio dovere di artista"

Foibe, nuove polemiche su Cristicchi: "Cacciatelo dall'Anpi"

Riesplodono le polemiche sullo spettacolo (Magazzino 18) che Simone Cristicchi ha dedicato alle foibe. Il giovane cantautore romano, accusato di "propaganda anti partigiana", si difende in questo modo: "Ho solo fatto il mio dovere di artista". Ma per qualcuno si tratta di un affronto: una Onlus, la Cnj - come riporta il Tempo - fa sapere di aver raccolto molte adesioni di partigiani e dei loro eredi per l'espulsione di Cristicchi dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) perché alimenta "a livello mediatico e diffusivo a mezzo web una propaganda politica antipartigiana". Non si accetta il fatto che Cristicchi provi a rompere il pensiero dominante antifascista. Quello stesso pensiero che per decenni ha letteralmente cancellato la memoria delle foibe.

Nel suo spettacolo Cristicchi è andato al Porto Vecchio di Trieste, dove al Magazzino 18 (che dà il nome allo spettacolo) sono tuttora conservate molti oggetti appartenuti agli esuli (mobili, suppellettili e molto altro). A quegli oggetti di vita quotidiana il cantante ha ridato i nomi dei proprietari, con il legno e il ferro che diventano voci di uomini, donne e bambini le cui radici sono state barbaramente estirpate.

Anche il quotidiano il manifesto ha recensito lo spettacolo: prima lo ha demolito, poi ha corretto il tiro e lo ha stranamente incensato. Ora, invece, arriva la richiesta di espellere Cristicchi dall'associazione partigiani, di cui il cantautore fa parte dal 2010 ("La tessera - racconta lui sulla propria bacheca Facebook - mi è stata donata dall'Anpi stessa nel 2010 come attestato si riconoscenza per lo spettacolo con il Coro dei Minatori di Santa Fiora").

Come andrà a finire? "La polemica e gli attacchi di alcuni sedicenti "antifascisti" e "difensori della democrazia" - spiega al Tempo - non mi colpiscono più di tanto. Da artista libero, sono ormai abituato agli attacchi di chi non vuol vedere i chiaroscuri della storia.

Con "Magazzino 18" penso di aver fatto il mio dovere di artista, raccontando una pagina dolorosa e poco nota, e aver reso agli esuli istriani fiumani e dalmati ciò che spettava loro da 60 anni. La dignità della memoria". Ed è un motivo più che sufficiente per andare avanti.

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