Il vicepresidente Omar Suleiman in un discorso trasmesso sulla tv di stato annuncia che Mubarak "ha deciso rinunciare alla sua carica di presidente della Repubblica", aggiungendo che, come ultimo atto, ha incaricato il Consiglio Supremo di Difesa (i militari) di gestire il Paese. Obama: "Siamo testimoni della storia" Nel pomeriggio Mubarak, con la famiglia, ha raggiunto Sharm el-Sheikh. Dietro la rivolta c'è la mano degli Usa di Marcello Foa SEGUI LA DIRETTA
Mubarak si presenta alla tv di stato per un messaggio alla nazione. In giornata si era sparsa la voce delle sue dimissioni e della fuga dall'Egitto. Ma le aspettative delle centinaia di migliaia di persone assiepatate in piazza Tahrir sono andate deluse. Il raìs: "Affido i miei poteri al vice presidente Suleiman in base a quanto previsto dalla Costituzione fino alle nuove elezioni che si terranno in settembre a cui non mi candiderò". Guarda la diretta
Secondo al Jazeera il comunicato delle forze armate è stato diffuso dopo una riunione dei vertici militari da cui erano assenti il presidente Mubarak e il suo vice Suleiman. Riunione che, secondo l’emittente panaraba, è stata convocata per le "riserve" delle forze armate sull’annuncio che Mubarak si accingeva a fare per un passaggio dei poteri al suo vice
Tre morti e 100 feriti a El Khargo, a 400 km a sud del Cairo. I Fratelli musulmani insistono: via Mubarak. Al Qaeda chiama gli egiziani alla guerra santa. Intanto in Libia cresce la tensione in vista della "giornata della collera" in programma il 17 febbraio. Il tam-tam corre su Facebook. E Gheddafi teme l'effetto domino
Il presidente Usa: "Il popolo egiziano vuole libertà, elezioni libere, un governo responsabile". Video choc: la polizia spara a un manifestante
I Fratelli Musulmani si siedono al tavolo con Suleiman e il resto dell’opposizione insorge: "Non si negozia prima che Mubarak se ne sia andato". Piazze ancora piene di giovani intransigenti, ma la gente cerca normalità: file ai bancomat. Quattro uomini nuovi (o quasi) per quattro scenari diversi
Nelle strade l’esercito fraternizza coi manifestanti, nei palazzi l’élite si accorda con Obama sul destino di Mubarak: o resta pro forma o lascia. Ma con la garanzia che i Fratelli musulmani rinunceranno alla presidenza. Intanto Teheran cavalca la protesta: "Una vittoria dell'islam contro gli Usa"