La geologia è profondamente razzista. No, non si tratta di una sentenza casuale dell’intelligenza artificiale, ma un’affermazione di una docente della Queen Mary University di Londra. Lo zenit della religione woke e il nadir del buonsenso. Secondo l’accademica Kathryn Yusoff, infatti, lo studio delle rocce e delle risorse naturali della Terra sarebbe legato alla supremazia bianca e al colonialismo.
Secondo l’esperta, la geologia sarebbe “lacerata dal razzismo sistemico” ma non solo. Anche la paleontologia - che studia gli animali e le piante vissuti sulla Terra in epoche trascorse, rivelati attraverso i loro resti fossili – sarebbe in parte responsabile di questo razzismo. Nel suo libro “Geological Life” la professoressa ha sostenuto che l’estrazione di oro, ferro e altri metalli è discriminatorio dal punto di vista razziale. Il motivo è semplice: la geologia è iniziata come una“pratica coloniale” che ha creato gerarchie, ha promosso il materialismo, distrutto gli ambienti e portato al cambiamento climatico. Robe da matti.
La paladina del woke ha parlato apertamente di “geotrauma” causato dal furto della terra, dall’attività mineraria e da altri aspetti della geologia legati indissolubilmente al colonialismo. “La geologia continua a funzionare all’interno di una prassi suprematista bianca”, ha aggiunto nella sua filippica piuttosto sghemba. Purtroppo non si tratta di una grande novità. Negli ultimi mesi nelle università del Regno Unito si sono moltiplicate le richieste di“decolonizzazione” dei corsi da parte di studenti e docenti-attivisti, sostenuti da enti ufficiali come la Quality Assurance Agency.
L’impostazione woke è nota: la conoscenza studiata nelle università è legata al maschio bianco ed è stata utilizzata per ottenere e perpetuare il dominio globale occidentale attraverso il razzismo e l’ingiustizia. Tornando al libro della professoressa Yousoff, questo analizza la geologia dal XVII al XIX secolo e sostiene che le persone non bianche hanno un rapporto più stretto con la terra rispetto alle persone bianche. Per la precisione:“Hanno un’intimità con la terra che è sconosciuta alla bianchezza”.
Come evidenziato dal Telegraph, le sparate della docente universitaria sono state stroncate dagli esperti e definite “antiscientifiche”, ricordando che lo“sfruttamento” della terra è quasi antico quanto l’umanità stessa e non dipende dalla razza. Il dott. John Armstrong del King's College di Londra ha affermato:"Il programma di decolonizzazione è politicamente controverso, antiscientifico e costantemente associato a richieste di abbassamento degli standard accademici.
Molti dipartimenti universitari hanno resistito alla pressione di semplificare e politicizzare i loro corsi, ma i dirigenti universitari e i loro team DEI continuano a chiedere che i corsi vengano decolonizzati". Chris McGovan, presidente della Campaign for Real Education, ha ironizzato: "La geologia non è più razzista del 'fish 'n' chips'!”. Si salvi chi può.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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