Milan - Juve 1-6: quel clamoroso tonfo rossonero nel 1997

In piena corsa scudetto Lippi si concesse il lusso di asfaltare Sacchi: storia di una delle débâcle interne più pesanti nella storia dei rossoneri

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Le premesse: Juve lanciata verso il titolo, Milan in recupero

Il Parma è appena tornato a meno tre, infilzando la Samp. Marcello Lippi lucida gli occhiali tondi prima di sistemarli di nuovo sul naso e fissa il prato di San Siro: bisogna vincere qua, contro un Milan in ripresa, per continuare la corsa verso il titolo. Il che non è mai facile, anche perché dopo le macerie lasciate da Oscar Tabarez - silurato dopo quella fatidica rovesciata di Luiso - i rossoneri hanno ripreso a fare punti digerendo la cura Arrigo Sacchi. E poi, a Milano, la Juve si presenta priva di senza Montero, Torricelli, Deschamps, Conte, Del Piero e Padovano. Praticamente manca la spina dorsale. Quel 6 aprile del 1997 si preannuncia una giornata intricata.

L'inizio dello show bianconero

A dire il vero anche l'infermeria del Milan risulta alquanto affollata: sono out Costacurta, Albertini, Weah, Davids e Ambrosini, mentre Coco ed Eranio si accomodano in panchina, come Roberto Baggio. Sacchi, infatti, preferisce far giocare la coppia Simone - Dugarry. In campo comunque ci sono Baresi, Maldini, Desailly: quel che sta per succedere, di fronte a questi nomi, appare del tutto impronosticabile. Eppure accade. Le distanze tra i reparti rossoneri diventano da subito canyon in cui infilarsi. E Madama, con Jugovic, Zidane, Boksic e Vieri in uno stato di forma cosmica, non si fa pregare. Dopo nemmeno venti minuti Rossi respinge corto su una botta di Vieri e Jugovic la sblocca: 0-1. L'anticamera di un disastro. Il Milan reagisce con un piazzato di Boban che impegna Tyson Peruzzi, ma nessuno si scompone. Anzi, alla mezz'ora la Juve raddoppia: Jugovic calcia dalla distanza, Boksic finisce sulla traiettoria e si sistema per tirare, ma Maldini lo stende. Penalty tutta la vita e 0-2 Zidane dal dischetto. Prima dell'intervallo Savicevic quasi accorcia, ma la palla non entra. Sacchi si fa pensoso, ma ancora non sa quello che lo aspetta. Il risultato, a fine primo tempo, resta dignitoso.

La ripresa: la Juventus dilaga

Lippi mette Nick Amoruso al posto di Boksic, al solito tanto potente quanto fragile. Ed è proprio il subentrato a servire Jugovic che si accentra e spara un bolide sul primo palo, calando il tris quando la ripresa è appena iniziata. Arrigo, inorridito, decide che è giunto il momento di far entrare Baggio. Fischi per il tecnico, applausi per Roby, che impegna subito Peruzzi con una inconsueta girata di testa. La parvenza di rianimazione rossonera viene però subito smontata dal quarto gol della Signora, stavolta infilato da Vieri, su assist chirurgico di Tacchinardi. Adesso i punteggio è davvero impietoso e dagli spalti di San Siro si leva una grandinata solenne di fischi. Non è ancora tutto però, perché Amoruso fa 0-5 raccogliendo una respinta sull'ennesima conclusione di Jugovic. Silenzio glaciale. Tifosi atterriti. Nemmeno la sontuosa botta al volo con cui Marco Simone fissa il gol della bandiera riabilità la dignità di una squadra demolita. Anche perché la Juventus non è ancora sazia e trova pure l'1 a 6, ancora con Vieri. Quando Braschi fischia la fine, termina con sollievo anche la mattanza calcistica.

Marcello può tornare a lucidarsi gli occhiali. Arrigo e i suoi si trascinano imbarazzati fuori dal campo. Nell'attesa del prossimo turno di campionato, il ricordo di quel match disastroso è una ferita che, per il Milan, zampilla ancora.

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