Cina, missili e narcos: il nuovo piano Usa per l'esercito

Ieri la Casa Bianca ha stabilito di tagliare il bilancio della Difesa dell'8% annuo per cinque anni, ma non si tratta di tagli lineari: l'attenzione sarà rivolta all'Indo-Pacifico

Cina, missili e narcos: il nuovo piano Usa per l'esercito
00:00 00:00

La nuova amministrazione Trump ha ordinato al Pentagono di stilare una lista per effettuare dei tagli al settore della Difesa per un valore di 50 miliardi di dollari, da effettuarsi entro il prossimo anno fiscale (2026).

“I tagli sono mirati all'8% del budget dell'amministrazione Biden, per un totale di circa 50 miliardi di dollari, che saranno poi spesi per programmi allineati alle priorità del presidente Trump”, ha affermato Robert Salesses, vice segretario alla Difesa Usa. La dichiarazione chiarisce un promemoria riferito mercoledì da Pete Hegseth, neo-segretario alla Difesa, che ha chiesto ad alcuni settori delle forze armate di proporre cosa potrebbe essere tagliato come parte di una potenziale riduzione della spesa dell'8% in ciascuno dei prossimi cinque anni. Bisogna però precisare che non si tratta di tagli lineari, bensì di una vera a propria razionalizzazione della spesa per la difesa per investire più fondi in alcuni settori specifici considerati critici o di primaria importanza.

Nel memorandum era infatti presente una lunga lista di esenzioni, tra cui per l'intero l'U.S. Indo-Pacific Command, per la missione militare lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, nonché per la difesa missilistica e gli armamenti autonomi. Al contrario, i comandi militari che supervisionano le operazioni in Europa, Medio Oriente e Africa non erano esenti da tagli. Il budget del Pentagono si sta avvicinando a mille miliardi di dollari all'anno: a dicembre, l'allora presidente Joe Biden aveva firmato una legge che autorizzava 895 miliardi di dollari di spese per la difesa per l'anno fiscale in corso che si concluderà il 30 settembre.

Il segretario Hegseth ha dichiarato pubblicamente che il Pentagono si concentra sulla sicurezza dei confini degli Stati Uniti e sulle minacce poste dalla Repubblica Popolare Cinese precisando anche che Washington non può più essere principalmente concentrata sulla sicurezza dell'Europa.

Negli Usa, i leader di tutto lo spettro politico (dai Rep ai Dem) hanno a lungo criticato gli sprechi e l'inefficienza del Dipartimento della Difesa, ma le contingenze dettate dalla guerra in Ucraina, che si è sommata al pivot to Asia di obamiana memoria, ovvero lo spostamento dell'interesse strategico statunitense nel quadrante dell'Indo-Pacifico, hanno aumentato i finanziamenti senza una vera a propria revisione dei conti, auspicata da tempo da entrambe le parti politiche.

Capiamo quindi perché si sta parlando di un ulteriore innalzamento della soglia del Pil per la Difesa per gli alleati della Nato, e perché la Casa Bianca stia cercando di chiudere – alquanto frettolosamente – il conflitto in Ucraina. Del resto da qualche lustro la Repubblica Popolare Cinese viene definita “sfida incalzante” in tutti i documenti ufficiali che stabiliscono la strategia Usa, indipendentemente dal colore politico della Casa Bianca.

Il tentativo di tagliare alcuni programmi per la difesa potrebbe innescare una resistenza da parte del Congresso, per difendere la spesa nei loro distretti elettorali, ma anche in considerazione delle differenze di vedute di politica estera presenti anche all'interno dello stesso partito repubblicano.

Non si pensi quindi a un'improvvisa ventata di pacifismo dettata da un rinnovato isolazionismo: in questo senso il segretario Hesgeth è stato molto chiaro quando ha dichiarato che “l’indicazione del presidente Trump per il dipartimento della Difesa è chiara: raggiungere la pace attraverso la forza: il tempo dei preparativi è

finito, e ora dobbiamo agire urgentemente per ravvivare lo spirito del guerriero, ricostruire le Forze Armate e ristabilire le nostre capacità di deterrenza”. L'Europa, almeno questa volta, non si faccia trovare impreparata.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica