"Criminali e terroristi devono lasciare l'Europa". Il Ppe sferza l'Ue sui migranti

Manfred Weber sferza gli indecisi che nell'Unione europea ancora titubano sulla necessità di rafforzare le difese per la sicurezza dell'Ue: "Tutte le forze devono concentrarsi sulla sicurezza delle frontiere esterne"

"Criminali e terroristi devono lasciare l'Europa". Il Ppe sferza l'Ue sui migranti
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L'arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi ha portato il tema della sicurezza e dell'immigrazione clandestina in cima all'agenda dell'Unione europea. Inoltre, il rischio che il terrorismo islamico possa colpire ancora è altissimo, soprattutto perché c'è un'elevata possibilità che, negli anni, possano essersi infiltrati all'interno dei confini Ue soggetti con finalità terroristiche, pronti a colpire l'Occidente. Mentre il governo italiano sta lavorando con tenacia per rafforzare l'impianto normativo all'interno dei confini di sua competenza, a Bruxelles ci si è resi conto che un simile approccio è fondamentale in tutti i Paesi dell'Unione al fine di garantire la sicurezza. L'ha fatto capire Manfred Weber, numero uno del Partito Popolare Europeo, formazione di maggioranza anche del prossimo parlamento, che ha in quota il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

In un'intervista rilasciata alla Bild am Sonntag, Weber ha dichiarato che intende portare l'attentato subito dalla Germania a Solingen nella discussione europea, sottolineando che quello che è accaduto nella città tedesca "deve essere un campanello d'allarme fin oltre la Germania, per combattere l'immigrazione clandestina più rapidamente e con una forza significativamente maggiore". Il che, spiega il presidente del Ppe, deve tradursi necessariamente in una modifica del paradigma della direttiva dei rimpatri, "che è al livello del 2008" e che "deve essere drasticamente inasprita". Quel che immagina Weber è che "tutti i criminali e tutti coloro che sono a rischio di terrorismo devono lasciare l'Ue". Un concetto che l'Italia ha espresso prima di tutti, seguita da molti altri Paesi tra i quali proprio la Germania, che dall'attentato di Solingen ha intrapreso un tortuoso cammino di cambiamento, nonostante le divergenze interne.

Solo dalla Germania, ha spiegato Webwe, dovrebbero essere espulse statisticamente circa 3.200 persone richiedenti asilo, una ogni mille delle 3.2 milioni di richiedenti. Ma si potrebbe iniziare con le 472 persone che rappresentano una minaccia islamista, già conosciute dal Bundeskriminalamt (Bka, Ufficio federale della polizia criminale). "Il patto migratorio dell'Ue, appena concluso, consente ritorni rapidi e non burocratici in tutta l'Unione", ha spiegato il numero uno del Ppe, esortando la Germania a recepirlo nella sua direttiva nazionale. L'Italia l'ha già fatto e sono state effettuate in questi giorni le prime espulsioni.

Da lunedì la Germania ha annunciato che inizierà i controlli su tutti i suoi confini interni, sospendendo universalmente Schengen per ragioni di sicurezza.

Una misura che non sarebbe necessaria se l'Unione europea adottasse maggiori controlli sulle frontiere esterne (Italia compresa) e lasciasse ai singoli Stati la possibilità di agire per la protezione di se stessi e dell'Unione. "Tutte le forze devono concentrarsi sulla sicurezza delle frontiere esterne. Sarebbe la via migliore anche per la Germania", ha concluso Weber, che sposa la linea di Giorgia Meloni.

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