In una settimana targata dal solito odioso livore del docente degli insulti, Christian Raimo, al terzo posto del podio dei peggiori troviamo i grandi capi di Stellantis: John Elkann e Carlos Tavares. Dal cilindro magico questi indiscussi prestigiatori del marketing hanno tirato fuori un'offerta (chiavi in mano) per tutti i loro dipendenti, operai in cassa integrazione inclusi. Un'offerta che nessuno sano di mente potrebbe mai e poi mai rifiutare: il parco auto Maserati con sconto aziendale e vantaggiosissime rate. Si tratta di "utilitarie" da 90-120mila euro. Come non cogliere al volo un'occasione tanto ghiotta? Ironia a parte, cari podisti, ci troviamo nel mondo dell'assurdo. Pur sapendo che il settore automotive è fortemente in difficoltà, anche e soprattutto per scelte aziendali sbagliate, proporre bolidi di super lusso a operai che mediamente guadagnano 1.500 euro non è solo uno schiaffo al buon senso, è un insulto alla moralità. Ma d'altra parte cosa ne può sapere uno come Tavarez che tra incentivi e bonus porta a casa ogni anno 36mila... padron 36 milioni e mezzo di euro l'anno.
Al secondo posto torna, invece, la segretaria del Partito democratico Elly Schlein con la sua fatica letteraria edita, ça va sans dire, da Feltrinelli. Il titolo è già tutto un programma: "L'imprevista". Della serie: non ci hanno visti arrivare... E, per fortuna, stanno ancora lì. Al governo, per un bel po', non li vedremo arrivare. Il pamphlet, ad ogni modo, è un'accozzaglia di rivendicazioni arcobaleno, ideologia woke, multiculturalismo e ovviamente fanatismo green. Insomma, il nuovo volto della sinistra radical chic che da tempo ha ormai archiviato la lotta di classe. In questo spassosissimo viaggio nella galassia progressista, la Schlein riesce a dire una cosa giusta: ammette, forse senza accorgersene, quanto siano illiberali i suoi compagni di viaggio. Nel libro, rievocando la sua militanza giovanile a Bologna, racconta di quando i capi e capetti di Sinistra Universitaria le tolsero la parola. "Qui tu non puoi votare - le dissero - e nemmeno parlare". In pratica quello che fanno quotidianamente i collettivi rossi e le sigle di sinistra che spadroneggiano nei nostri atenei: mettono il bavaglio a chi non la pensa come loro. Peccato che la Schlein non abbia fatto tesoro di questa brutta esperienza per schierarsi contro le tantissime censure che ancora oggi macchiano il dibattito universitario. Nemmeno quando a essere zittiti sono ministri o rettori.
Il primo posto del podio dei peggiori questa settimana tocca ancora a Maria Rosaria Boccia. Da stalker di Sangiuliano ai deliranti vaneggiamenti sulla dittatura al governo, l'influencer di Pompei sbanda dai social alla tivù. Inciampando negli studi di Mediaset. Prima l'annuncio di Bianca Berlinguer, poi il forfait dell'ultimo minuto, infine il battibecco con la giornalista. Che show imbarazzante! E intanto alle domande, quelle che contano davvero, la Boccia si guarda bene dal rispondere. Per esempio, potrebbe dirci di più della bufala/ricatto sulla gravidanza. O delle lauree presenti nel suo cv.
O della "relazione affettiva", della nomina a consigliera, delle date (dubbie) dei suoi post. Oppure, e questo sarebbe davvero un bene per la salute pubblica, la smetta di stalkerizzare gli italiani e si ritiri in buon ordine a organizzare eventi. O, meglio ancora, a vendere abiti da sposa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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