La tensione in Germania è altissima attorno al tema dei migranti. Mentre i Land e le opposizioni premono per misure draconiane, prima fra tutte la chiusura totale delle frontiere tedesche, con sospensione integrale di Schengen e respingimento ai confini, ai cui viene chiesto venga unita una politica più stringente per le espulsioni, il governo cerca di barcamenarsi tra la chiusura e l'accoglienza. Una necessità elettorale, più che pragmatica, per la coalizione "semaforo", che tra un anno dovrà affrontare l'esame del voto e rischia di essere affossata dalla destra e dall'estrema destra tedesca, in continua crescita di consensi.
I proclami del ministro dell'Interno, Nancy Faeser, di pochi giorni fa sono stati smorzati dall'intervento di Olaf Scholz, che in un dibattito piuttosto animato nel Bundestag, ha ripreso la filosofia socialista sull'accoglienza, sostenendo che "non c'è Paese al mondo con una popolazione attiva in calo che abbia una crescita economica. Questa è la verità che dobbiamo affrontare". Il che significa che la crescita demografica che la Germania non riesce a ritrovare dovrà essere colmata dagli immigrati. Nonostante il fortissimo malcontento dei tedeschi per le politiche migratorie della coalizione da lui guidata, Scholz ha difeso quanto finora fatto annunciando che intende continuare ad attrarre in Germania lavoratori qualificati.
"Siamo un Paese che offre protezione a chi è perseguitato politicamente, a chi fugge per salvarsi la vita, e questo è nella nostra Costituzione e non lo mettiamo in discussione", ha dichiarato il cancelliere. In sostanza, la Germania di Scholz vuole selezionare i migranti: quelli che possono essere utili alla propria economia vengono fatti entrare e gli altri respinti in altri Paesi dell'Ue. Un concetto che ha esplicitato con molta chiarezza in un passaggio successivo del suo intervento: "L'apertura al mondo non significa che chiunque voglia può venire. Dobbiamo essere in grado di scegliere chi viene in Germania. Lo dico esplicitamente in questa sede".
Nel corso del dibattito, che ha avuto anche toni piuttosto accesi, il leader della Cdu, Friedrich Merz, ha definito le proposte del governo Scholz al di sotto di quanto necessario per limitare l'immigrazione nel Paese.
Un'accusa mossa anche nell’incontro preliminare che si è tenuto nella giornata di ieri, alla quale il cancelliere ha replicato sostenendo che Merz avrebbe provocato il fallimento dei colloqui. Ma intanto il malcontento in Germania aumenta e la rottura tra coalizione di maggioranza e il Paese reale, che vive ogni giorno gli effetti di una politica ideologica, cresce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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