"Blocchi su tutte le frontiere". La Germania si blinda contro gli immigrati

Berlino ha sospeso Schengen lungo tutto il suo perimetro di confine: i presidi di frontiera sono nuovamente presidiati "fino a che l'Europa non rafforzerà la protezione sui confini esterni"

"Blocchi su tutte le frontiere". La Germania si blinda contro gli immigrati
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La Germania continua a blindarsi e in queste ore ha annunciato la sospensione completa dei trattati di Schengen. Termina il sogno europeo della libera circolazione di persone e merci a causa del pericolo troppo elevato di infiltrazione di terroristi e soggetti pericolosi per la sicurezza nazionale. È stato il ministro Nancy Faeser ad annunciare la misura, quasi come se fosse una sfida all'Unione europea e uno sprono a lavorare con maggiore efficacia lungo i confini esterni, così come sta chiedendo (e facendo) l'Italia da quando si è insediato il governo di Giorgia Meloni. Dai Paesi Bassi alla Polonia, la Germania ha reintrodotto i controlli alle frontiere, rimettendo i presidi alle dogane che da anni erano stati tolti in nome della libera circolazione.

"Fino a quando non raggiungeremo una forte protezione delle frontiere esterne dell'UE, con il nuovo sistema comune europeo di asilo, dobbiamo controllare i nostri confini nazionali ancora più da vicino", ha dichiarato il ministro degli Interni tedesco nel corso di una conferenza stampa con la quale ha presentato la nuova misura, sostenendo che con la sospensione di Schengen la Germania avrà maggiore capacità di respingimento. Le frontiere bloccate sono quelle con: Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Francia, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca e Polonia. "Ciò serve a limitare ulteriormente l'immigrazione clandestina, per proteggersi dai pericoli acuti del terrorismo islamico", ha aggiunto l'esponente del governo di Olaf Scholz. In carica dal 2021, Faeser ha finora sempre seguito una politica aperturista sull'immigrazione, che ora però si scontra con il mondo reale, che chiede maggior sicurezza.

Per ora, la Germania è l'unico Paese che ha ufficilamente sospeso in maniera totale i trattati Schengen. "Continuerà ad essere molto importante per noi in futuro agire in stretto coordinamento con i Paesi vicini", ha spiegato ancora Faeser, che nel corso della conferenza ha informato i tedeschi di aver messo al corrente la Commissione europea, visto che le ripercussioni di questa mossa saranno per tutti i Paesi dell'unione. La misura si inserisce in un pacchetto che la Germania ha varato per far fronte al pericolo islamico, che prevede espulsioni più severe, riduzione dei benefit per i richiedenti asilo e maggior severità. Nell'ultimo anno, stando al rapporto del ministro, sono state respinte più di 30mila persone. Le nuove misure prendranno il via il 16 settembre e avranno inizialmente una durata di sei mesi, anche se sembra già certo che proseguiranno a oltranza.

Tuttavia, sono già arrivate le prime reazioni da parte di Vienna, che si è schierata contro i propositi di Berlino. "L’Austria non accetterà le persone respinte dalla Germania. Non c’è spazio di manovra", ha dichiarato il ministro degli Interni austriaco, Gerhard Karner, alla Bild. La Germania intende appellarsi al regolamento di Dublino, secondo il quale il Paese in cui i richiedenti mettono piede per la prima volta sul suolo europeo è responsabile delle richieste di asilo.

Quindi, in linea di principio, Berlino potrebbe procedere ma, fanno notare dall'Austria, ciò richiede una procedura formale e il consenso dello Stato membro interessato e non è consentito respingere le persone direttamente al confine. Pertanto, ha ribadito il ministro austriaco, "l’Austria, di conseguenza, non accetta persone respinte dalla Germania".

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