Dai missili ai droni, così il nuovo nuovo asse del male sostiene Mosca

Secondo gli 007 Usa la cooperazione militare instaurata dalla Russia di Vladimir Putin con Iran, Cina e Corea del Nord si sarebbe ormai estesa alla condivisione di tecnologie sensibili

Dai missili ai droni, così il nuovo nuovo asse del male sostiene Mosca
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Il viaggio di Vladimir Putin a Pyongyang, e il conseguente rafforzamento delle relazioni tra il Cremlino e Kim Jong Un, potrebbe essere soltanto la punta dell'iceberg di un piano russo ben collaudato. I funzionari della Difesa statunitense e dell'intelligence Usa, infatti, ritengono che la cooperazione militare instaurata dalla Russia con Iran, Cina e Corea del Nord si sarebbe ormai estesa alla condivisione di tecnologie sensibili. Quelle stesse tecnologie che, a detta degli 007 di Washington, potrebbero minacciare gli Stati Uniti e i loro alleati. Non solo: la velocità e la profondità dei legami di sicurezza instaurati da Mosca con dichiarati avversari americani hanno persino sorpreso gli analisti della Casa Bianca.

Le preoccupazioni degli 007 Usa

Come ha sottolineato il Wall Street Journal, la Russia e altre nazioni hanno messo da parte attriti storici e divergenze geopolitiche per contrastare congiuntamente quello che considerano un sistema globale dominato dagli Stati Uniti. Putin e Kim, ad esempio, hanno spiegato di aver raggiunto un accordo di assistenza reciproca da attuare nel caso in cui uno dei due Paesi dovesse essere attaccato da nemici. Ma, a ben vedere, Mosca ha messo in cassaforte intese altrettanto strategiche anche con Pechino e Teheran. Certo, a differenza di Iran e Nord Corea, la Cina non ha alcuna intenzione di aiutare direttamente il governo russo inviando armamenti o materiale sensibile. Il Dragone sta tuttavia continuando a commerciare con la Federazione Russa, facendo preoccupare l'amministrazione Biden.

In generale, i molteplici accordi stretti da Putin con i suddetti partner si sono presto trasformati in accordi di produzione congiunti, di trasferimenti di tecnologia e persino di fornitura di lavoratori per sostenere l'economia di Mosca. "La guerra della Russia in Ucraina è sostenuta da Cina, Corea del Nord e Iran", ha recentemente dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in una conferenza stampa con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. "Vogliono vedere gli Stati Uniti fallire. Vogliono vedere la Nato fallire. Se avranno successo in Ucraina, ci renderà più vulnerabili e il mondo più pericoloso", ha aggiunto.

La riorganizzazione di Putin

Detto altrimenti, i nuovi amici di Putin – che poi sono anche i nemici degli Usa – stanno aiutando la Russia a riorganizzare il proprio apparato economico-militare. L'Iran ha contribuito a costruire una fabbrica per letali droni armati nella regione russa del Tatarstan, che i funzionari statunitensi ritengono ora essere operativa e in grado di sfornare ogni anno migliaia di velivoli Shahed-136.

Tra i corridoi della Casa Bianca c'è chi sostiene che Mosca e Pechino starebbero incrementando i commerci, ma anche lavorando insieme per produrre droni non letali all'interno della Russia (presumibilmente droni utilizzabili anche in ambito militare). La Cina, ritengono i soliti analisti americani, avrebbe spedito alla Russia enormi quantità di attrezzature a duplice uso, tra cui macchine utensili, microelettronica per l'industria della Difesa, ottica per carri armati e veicoli blindati e motori turbo per missili da crociera. Starebbe inoltre aiutando la Russia a migliorare le sue capacità satellitari e di altro tipo per l'uso in Ucraina.

Discorso a parte merita la Corea del Nord.

Secondo gli Stati Uniti e la Corea del Sud, la Russia potrebbe fornire (e potrebbe averlo già fatto) a Pyongyang tecnologia spaziale e altri sistemi avanzati in cambio di munizioni di artiglieria e missili balistici a corto raggio da usare in Ucraina. Kim starebbe inoltre inviando lavoratori in Russia per aiutare le linee di produzione di armi. È così, dunque, che Putin sarebbe riorganizzando la macchina da guerra russa.

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