Hamas cede sul rilascio degli ostaggi: "Accordo anche senza fine della guerra"

Secondo quanto dichiarato da un alto funzionario dei terroristi, l'organizzazione palestinese ha accettato di negoziare dopo le assicurazioni dei mediatori sul fatto che la tregua rimarrà in vigore durante le trattative

Hamas cede sul rilascio degli ostaggi: "Accordo anche senza fine della guerra"
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Svolta nei negoziati per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Un alto funzionario dell’organizzazione palestinese ha riferito ad Afp che i terroristi hanno accettato di trattare per il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri palestinesi in assenza della cessazione definitiva dei combattimenti nella Striscia di Gaza.

Hamas ha chiesto l'accordo di Israele per un cessate il fuoco completo e permanente come condizione prima di negoziare”, ha dichiarato il rappresentante del movimento islamico. “Questo punto è stato superato, poiché i mediatori si sono impegnati a far sì che, finché i negoziati sono in corso, il cessate il fuoco rimanga in vigore”. Pare dunque essere caduto uno dei paletti posti dai terroristi per il raggiungimento di un accordo con l’Israele. L'alto funzionario ha aggiunto che Hamas ha informato i mediatori di volere l'attuazione di tre fasi: innanzi tutto, l'ingresso a Gaza di 400 camion di aiuti al giorno, poi il ritiro dell'esercito israeliano dal corridoio di Filadelfia e dal valico di Rafah e, in ultima istanza, una "fase finale" durante la quale le forze ebraiche dovrebbero abbandonare completamente il territorio della Striscia. "La palla è nel campo degli israeliani, se vogliono raggiungere un accordo, allora questo molto probabilmente accadrà", ha aggiunto la fonte, sottolineando che le discussioni potrebbero durare "due o tre settimane se Israele non blocca i negoziati come ha fatto in precedenza".

Nonostante questa notizia positiva, vi è ancora incertezza per quanto riguarda l’esito finale di quest’ultimo round di trattative. Il quotidiano Haaretz ha citato una fonte straniera anonima, secondo cui “Hamas aveva già dato la sua approvazione all'ultima istanza presentata da Israele ma nella riunione di venerdì” lo Stato ebraico ha “presentato nuove questioni" che potrebbero prolungare le discussioni e avrebbe manifestato anche una “posizione dura”. Secondo quanto riportato dall’emittente israeliana Channel 12, inoltre, i servizi di sicurezza di Tel Aviv hanno segnalato in un rapporto che l’organizzazione palestinese tenterà di effettuare un grave attentato terroristico nelle prossime settimane per ostacolare i negoziati. Nel documento viene specificato che l’attacco potrebbe avvenire a Gaza o in Cisgiordania.

In ogni caso, i mediatori sembrano intenzionati a proseguire nei loro sforzi. La stampa dello Stato ebraico ha riferito che il capo della Cia William Burns si incontrerà mercoledì 10 luglio a Doha con i suoi omologhi del Mossad e dell’intelligence egiziana, David Barnea e Abbas Kamel, e con il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, per discutere di un possibile accordo di cessate il fuoco, sostenuto da una fetta sempre più grande della popolazione ebraica.

Secondo il presidente israeliano Isaac Herzog, “l'intera nazione vuole il loro ritorno, e la maggioranza assoluta sostiene un accordo sugli ostaggi. Il nostro impegno a restituire gli ostaggi è assoluto e supremo. Non li dimentichiamo neanche per un secondo”.

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