
Criticare il governo fa sempre bene ed è parte del gioco democratico. Lo si può fare anche con toni duri, perché è questo il bello della libertà. Discutere, confrontarsi e scontrarsi intellettualmente, consapevoli che l’altro verrà rispettato (e viceversa). Poi però accade che - durante una conferenza stampa che si è tenuta oggi alla Camera dei Deputati ed organizzata dal deputato Francesco Mari del partito Alleanza Verdi Sinistra - Gianni Fabbris, Coordinatore del COAPI - Consiglio Unitario della Mobilitazione contro la Crisi, si chieda in merito alle difficoltà attuali: "Dobbiamo uccidere qualcuno?". Aggiungendo poi: "Se nei prossimi giorni non avremo ascolto, è ovvio che alzeremo il tiro". Ora, è chiaro che le parole pronunciate da Fabbris rappresentino una esagerazione. Anzi: una provocazione che non verrà mai messa in pratica. A queste parole verranno aggiunti tutti i “se”, i “ma” e i “però” del caso. Che accettiamo preventivamente. Perché può capitare a tutti, nella foga oratoria, di farsi prendere la mano.
Non appena i video delle sue dichiarazioni hanno iniziato a circolare, Fabbris ha infatti precisato che le sue frasi sono state interpretate in modo fuorviante e fuori contesto. "In particolare la mia frase completa 'Ma dobbiamo mica ammazzare qualcuno o possiamo ragionare di cose serie?' era un'iperbole riferita alla mancanza di eco nazionale sulla stampa e la televisione delle invece pacifiche manifestazioni dei trattori che si stanno muovendo in tutta Italia contro la crisi dell'agricoltura", ha affermato. "Altra locuzione fraintesa poi, 'dobbiamo alzare il tiro', non era affatto riferita a minacce contro alcuno, ma più semplicemente era un modo per dire che bisognerà alzare il tiro delle nostre richieste di misure anticrisi se la politica dovesse continuare a non ascoltare le pacifiche richieste degli agricoltori italiani. Le registrazioni della conferenza stampa sono a disposizione dei parlamentari". Ma ci chiediamo: è opportuno usare un linguaggio simile? No, non lo è per niente. Come è assolutamente inopportuno che nessuno dei presenti, e c’erano deputati del Pd, di Avs e M5S, abbia detto qualcosa.
E non per una questione moralistica. Non perderemo troppo tempo a ricordare come da settimane, FanPage, dopo aver infiltrato per mesi una talpa all’interno di Gioventù nazionale, stia rilanciando (a quasi un anno di distanza dalla prima uscita) gli audio di quel periodo dove alcuni ragazzi, in quello che si può definire tranquillamente “cazzeggio”, assecondano una passante dicendo di voler far fare una brutta fine a Elly Schlein. Una cosa da deprecare, ovviamente. E pure da condannare. Ma cosa accadrebbe se lo si facesse con i giovani del Pd o del MoVimento 5 Stelle? Cosa direbbero della Meloni? Basterebbe fare un giro per i social per farsene una idea.
Le condanne, quando si alza un po’ troppo il tiro a sinistra, non arrivano mai. O quasi. Avete mai sentito qualcuno parlare delle aggressioni che stanno subendo i ragazzi di destra praticamente in tutte le regioni d’Italia? No, perché una certa stampa forse non sarà complice di questo clima d’odio, ma di certo preferisce tacere di fronte alle violenze compiute da sinistra.
Non verrà ucciso nessuno, quindi. Perché è chiaro che quella di Fabbris era una provocazione. Ma è una provocazione che non aiuta, perché l’odio, in rete e nelle strade, è tanto. Portarlo nell’Aula, istituzionalizzandolo, è un pericolo enorme.
Perché quella che è una provocazione può essere presa alla lettera dal folle di turno, che può passare all’azione. È già successo in passato. E non deve succedere mai più.Non appena i video delle sue dichiarazioni hanno iniziato a circolare, Fabbris ha precisato che
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