“Occupazioni? Non cambierete mai”. Il tweet di Papà Salis che sconfessa la figlia

Appena due anni fa, Roberto Salis smontava le tesi della figlia Ilaria sulle occupazioni abusive: "Non c'è niente da fare, quando vedete una proprietà privata volete invaderla"

“Occupazioni? Non cambierete mai”. Il tweet di Papà Salis che sconfessa la figlia
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Come nel più classico avanti Cristo e dopo Cristo, l’infinta memoria della macchina social ci ha fatto scoprire un papà Salis pre-candidatura della figlia Ilaria e il suo esatto opposto, post-elezione a Strasburgo della nuova icona firmata Alleanza Verdi-Sinistra. A leggere i suoi commenti dall’account X, l’ex Twitter, una delle persone più lontane dalle idee massimaliste di Ilaria Salis era proprio suo papò Roberto che oggi, dimenticandosi dei suoi vecchi principi, oltre a difendere legittimamente la figlia si è riscoperto un acerrimo nemico dell’esecutivo di centrodestra.

E anche sulle occupazioni abusive, una lotta “logorante” recentemente rivendicata con orgoglio dalla neo-eurodeputata rossoverde, il papà Roberto era un lontano parente dell’attuale esponente anti-Meloni. “Non c’è nulla da fare, quando vedete una proprietà privata siete spinti da un irrefrenabile istinto di invaderla!”, scriveva solo due anni fa papà Salis sui principali canali social. E aggiungeva con tono indignato: “Sempre della serie quello che è tuo è mio, quello che è mio è mio! Non cambierete mai! Mah!”. Il tweet incriminato, giova ricordarlo, risale al primo novembre 2022, e viene pubblicato su Twitter dal papà di Ilaria nel primo pomeriggio. Un’invettiva senza sé e senza ma contro il solito vizio sinistro anti-proprietà privata e, soprattutto, in netta controtendenza rispetto alle occupazioni abusive orchestrate dalla figlia Ilaria.

Il “curriculum” dell’insegnante, d’altronde, parla chiaro: a carico della neo-deputata di Avs risultano due condanne definitive. La prima, sulla quale si è tanto discusso, è per reato di invasione di edifici pubblici. La seconda, altrettanto certificata, per resistenza a pubblico ufficiale, in occasione degli scontri che nel novembre 2014 vedono coinvolto il suo collettivo contro la polizia per impedire lo sgombero degli alloggi al Corvetto. Due sentenze politiche che la maestra antifascista, incalzata da Repubblica, prova a minimizzare. “La famosa casa dello scandalo – esordisce Salis dopo il ritorno a Monza – la polizia mi ha trovato lì nel 2008, quando avevo 24 anni. E aggiunge: “Oggi ne ho 40. Da allora non sono più andati a fare verifiche per vedere chi ci abitasse, però l’Aler mi contesta un debito di 90mila euro”.

Insomma, per Sant’Ilaria Salis le occupazioni sono acqua passata. Errori di gioventù da riporre nel cassetto e dimenticare. L’esatto opposto, però, di quanto ha scritto su Facebook solo pochi giorni fa. “Vivere in una casa occupata non è una svolta, non è qualcosa da furbetti; è logorante, ha sentenziato Salis.

“Ti fa vivere quotidianamente nella paura che ti vengano a svegliare e ti buttino fuori di casa – ha scritto - o di ritrovare tutte le tue cose sul marciapiede al ritorno dal lavoro, sempre che le ritrovi”.

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