Delirio Salis: occupare case non è da furbetti ma logora

La neoparlamentare rilancia su Facebook: "Entrare in modo abusivo significa combattere il racket. È un atto di resistenza"

Delirio Salis: occupare case non è da furbetti ma logora
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Occupare logora. Altro che strategie, altro che vivacchiare da abusivi alle spalle della società: è un «lavoro», e pure usurante. La neo-europarlamentare Ilaria Salis continua a gettare... sale sulle ferite e rincara la dose dopo aver pubblicamente insultato l'Aler e ammesso di non aver pagato affitti come atto di resistenza. In un lungo post su Facebook, Ilaria chiarisce che «vivere in una casa occupata non è una svolta, non è qualcosa da furbetti; è logorante, ti fa vivere quotidianamente nella paura che ti vengano a svegliare e ti buttino fuori di casa, o di ritrovare tutte le tue cose sul marciapiede al ritorno dal lavoro, sempre che le ritrovi. Occupare vuol dire entrare in una casa abbandonata, murata, coi sanitari rotti e i buchi nelle pareti, lasciata al degrado anziché essere assegnata. Essere occupante vuol dire abitare questo spazio precario e faticosamente trasformarlo in un luogo che si possa chiamare casa, cercando di sistemarlo coi pochi mezzi a disposizione che si hanno». Insomma, praticamente un'azione da operatrice ecologica. Ma attenzione, è anche un sacrificio: «Essere occupante è uno stigma sociale, vuol dire essere trattati come criminali per aver cercato di vivere in modo dignitoso. Mettetevelo in testa, nessun occupante vuole essere occupante». E i movimenti dunque? «Rappresentano un baluardo di resistenza contro la barbarie della nostra società, ono in prima linea a scontrarsi con il racket che specula sulla povertà». Fin qui l'ennesima filippica in difesa della militanza contro il caro-affitti. Oltralpe, intanto, il suo «esempio» sta diventando un simbolo. Basti pensare che il 30 giugno la sinistra estrema di Mélenchon & Co. proverà a superare i macroniani al primo turno delle elezioni legislative; con un programma che promette di spalancare le porte agli occupanti, come rivendicato dal leader di Avs Nicola Fratoianni («Sto con Ilaria. Occupare case non sia considerato reato»).

Sdoganati gli inviti all'illegalità in Italia e in Ue, i «cugini» temono ora che la sinistra possa fare carta straccia della legge nella République. Perché la gauche a Parigi ha le carte per andare al potere. Ha i numeri per battere i macroniani al primo turno e giocarsela al secondo contro i lepenisti. Dopo aver letto il programma «case» del Nuovo Fronte Popolare (l'alleanza di scopo tra socialisti, comunisti, verdi e France Insoumise di Mélenchon) decine di richieste di chiarimento sono arrivate a tv e giornali, condite da allarmi da parte di proprietari di case. Dalle colonne del Figaro, Isabelle, Henri e Sylvain denunciano una gauche che si sente legittimata ad agire. Nero su bianco, ha infatti previsto «una legge per garantire il diritto alla casa». Due misure bastano a far piombare la Francia nella psicosi. La prima è la rimozione della legge anti-squat. Concretamente, non sarà più possibile sfrattare gli occupanti in pochi giorni (72 ore in teoria) e si dovrà affrontare una procedura legale lunga e costosa (da 1 a 2 anni). Per Manon Aubry, eurodeputata della France Insoumise, è infatti «insopportabile sapere che più di 3 milioni di case sono vuote, mentre 300 mila senzatetto sono per strada».

Tra proprietari in allerta e l'incubo occupazioni, il programma dell'estrema sinistra prevede: niente sfratti finché chi non paga l'affitto non sarà stato trasferito in altra sistemazione. E la responsabilità di questo ricollocamento non spetterà ai proprietari ma ai prefetti.

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