E adesso Sala trema per la sua missione a Palazzo Madama. Il "Salva Milano" rischia

Il sindaco oggi cerca di convincere i senatori, specie dem, ad approvare norme in grado di sbloccare 150 dossier incagliati dalle inchieste

E adesso Sala trema per la sua missione a Palazzo Madama. Il "Salva Milano" rischia
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È la scossa che mancava al terremoto che da oltre un anno sta facendo tremare l'urbanistica e il Comune di Milano. La Procura di Milano ha chiesto ieri gli arresti domiciliari per gli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi, indagati per turbativa d'asta nell'inchiesta per la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura che sta sorgendo a Porta Vittoria, zona sud est della città, con cento milioni sui 130 totali finanziati dal Pnrr. Boeri si è dichiarato «sorpreso e molto turbato, chiarirò la mia posizione», ma altrettanto turbato dev'essere il sindaco Beppe Sala (foto) che proprio oggi deve affrontare (in videoconferenza) la Commissione Ambiente in Senato per convincere gli indecisi - soprattutto tra le file del Pd - ad approvare velocemente la norma «Salva Milano» che metterebbe al sicuro i funzionari coinvolti nella dozzina di inchieste già aperte dal dicembre 2023 e sbloccherebbe i circa 150 dossier che a cascata sono rimasti congelati in Comune perché avevano profili analoghi (e nel 2024 sono già sfumati 165 milioni in oneri di urbanizzazione). Il caso Beic è sganciato ma potrebbe essere usato a sinistra per rallentare un percorso già in salita. «Al Senato non stiamo chiedendo un salvacondotto ma un parere, che è importante per il passato e per il presente. Quello che garantiamo per il futuro è che non siamo sordi ai richiami che ci sono stati fatti in questo periodo, tanto è vero che abbiamo avviato i lavori per il nuovo Piano di governo del territorio che non potrà non tenere conto di tutto quello che sta succedendo» è il messaggio che, sinteticamente, lancerà Beppe Sala in apertura della Commissione per convincere i senatori a votare la norma, in fretta e senza modifiche che riporterebbero il testo alla Camera, con tempi ed esiti incerti. L'edilizia, nello stato di incertezza normativa attuale, è paralizzata, lo ha dichiarato più volte chiaramente il presidente dell'Ordine degli Architetti Federico Aldini e lo ribadiranno oggi in Commissione, dopo il sindaco, le presidenti di Assimpredil-Ance Milano Regina De Albertis, la presidente nazionale di Ance Federica Brancaccio, esponenti di Confedilizia. È la prima seduta, il presidente Claudio Fazzone (Fi) nelle prossime settimane ha in programma varie sessioni per sentire una quarantina di docenti e tecnici nelle prossime settimane.

Nel mirino dei pm c'è l'avvio di progetti di sviluppo tramite Scia. «Spiegherò come ha agito Milano e perché abbiamo fatto così per 13 anni» ha anticipato ieri Sala, che metterà l'accento sicuramente su come sono stati sveltiti progetti di sviluppo e di rigenerazione urbana. «Non posso e non voglio condizionare le decisioni del Senato, semmai l'unico richiamo è che vorremmo avere un po' contezza dei tempi, cosa che fino ad oggi non è stata possibile». Gli «rincresce proprio emotivamente vedere che due persone che lavoravano con me anche 15 anni fa», quand'era dg in Comune con il sindaco Letizia Moratti, «e sono ormai in pensione sono rinviati a giudizio perché la loro colpa è di aver applicato le regole», almeno quelle fissate dalle giunte Pisapia prima e Sala poi. Si riferisce al primo rinvio a giudizio scattato giorni fa con 8 indagati tra funzionari e costruttori. M5S e Verdi e Sinistra hanno già bocciato la norma alla Camera. Nel Pd i dubbi sono emersi ora sugli effetti a livello nazionale.

Lega e Fi restano fermamente pro, il presidente FdI del Senato Ignazio La Russa (foto) sostenendo che «più che un salva Milano sembra un salva Sala» ha agitato le acque. Il sottosegretario leghista Alessandro Morelli attacca la giunta Sala e ricorda: «Il Governo cerca da mesi di mettere pezze per salvare il salvabile, richiamiamo il Pd alla proprie responsabilità».

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