Da Londra a Bonn, lo strano viaggio del super-ricercato

Dalla Gran Bretagna alla Germania passando per Belgio e Olanda. L'arresto a Torino dopo la partita

Da Londra a Bonn, lo strano viaggio del super-ricercato
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La mancata cattura del capo della polizia giudiziaria libica Njeem Osama Almasri è un giallone che merita di essere ricostruito passo per passo. Cosa sappiamo? Che il 2 ottobre 2024 il Procuratore della Corte penale internazionale Kamir Khan chiede ai giudici di valutare il dossier sul criminale di guerra libico, che da comandante della terribile milizia salafita Rada è accusato di torture e violenze sessuali quando era direttore delle carceri di Al Jadida e Mittiga, a Tripoli. A incastrarlo sono una serie di testimonianze che ricostruiscono il pedigree criminale di Almasri, gli omicidi di almeno 34 detenuti, da lui compiuti personalmente o su suo ordine, le violenze su una ventina di carcerati (anche minorenni) che poi avrebbe persino schiavizzato, costringendoli ai lavori forzati.

Da allora la Corte si è presa un bel po' di tempo per decidere. Ma tant'è. Succede però che il sei gennaio il criminale di guerra decida di andare a Londra. Prende un volo Tripoli-Fiumicino-Londra e sbarca nella capitale del Regno Unito dopo lo scalo a Fiumicino. È plausibile pensare che l'intelligence della Corte, fatta di fonti aperte, diplomazie e Interpol, segnali la presenza del libico in Europa. È altrettanto plausibile pensare che ai giudici della Corte penale arrivi l'alert, con una moral suasion precisa: decidete in fretta così lo catturiamo. A Londra Almasri resta sei giorni, fino al 13 gennaio. I tre giudici della Pre-trial chamber - la romena Ioana Antonella Motoc, la beninense Reine Alapini-Gansou e la messicana Maria del Socorro Flores - non hanno ancora deciso, vogliono altro tempo. Il 13 Almasri va a Bruxelles in treno, da dove prosegue per Bonn, in Germania. Ma stavolta sceglie la macchina, c'è un amico che l'accompagna. In Germania resta per due giorni, sappiamo che avrebbe assistito anche a una partita di calcio. Poi si sposta a Bonn e infine a Monaco di Baviera, ma stavolta cambia macchina - è una Mercedes - perché gli amici sono diventati tre amici. Ci vogliono più di 12 ore di viaggio, viene pure fermato dalla polizia tedesca per un controllo di routine. Gli agenti lo identificano e lo lasciano andare. È il 16 gennaio, i giudici sarebbero stati allertati da almeno dieci giorni ma niente, non hanno ancora deciso. Almasri viaggia indenne tra Regno Unito, Francia, Olanda e Svizzera. Non sa di essere ricercato, di fatto non lo sarà fino al 18 gennaio, quando la Mercedes di Almasri lascia Monaco in direzione Torino. È sabato mattina dall'autonoleggio tedesco parte un alert che viene diramato per via diplomatica. Almasri vorrebbe lasciare l'auto a Fiumicino. È il segnale che sta tornando a Tripoli. Ma prima il temibile 47enne capo della famigerata polizia giudiziaria di Tripoli e della Radaa, l'esercito salafita di deterrenza speciale, ha un cuore bianconero e vuole andare allo Stadium per guardare Juve-Milan. Una passionaccia condivisa con Muhammar Gheddafi, l'ex dittatore che della Juve era anche azionista ammazzato il 20 ottobre 2011 a Sirte dai ribelli che oggi stanno con lui. Appena mette piede in Italia la Pre-trial decide a maggioranza (due contro uno, la messicana Maria del Socorro Flores non è convinta delle accuse e vota no), viene spiccato il mandato di cattura. La Digos di Torino lo arresta su mandato dell'Interpol tra sabato notte e domenica 19, nell'hotel dove alloggiava assieme ai soliti tre amici. A Roma nessuno ne saprebbe nulla fino a lunedì 20, ma la Questura smentisce. Nella sua ricostruzione il Pg della Capitale chiede alla Corte d'Appello di dichiarare l'irritualità (non l'illegalità, perché?) dell'arresto come avverrà in quanto non preceduto «dalle interlocuzioni con il Guardasigilli», titolare dei rapporti in via esclusiva con l'Aja.

La situazione precipita.

La Corte d'Appello di Roma obbedisce alle riserve del Pg sull'arresto, lo scarcera immediatamente. È martedì 21: il Falcon 900 italiano, partito alle 11:15 da Ciampino e atterrato alle 12:15 a Torino Caselle, riparte alle 19.50 per l'aeroporto di Mittiga, dove Almasri sbarca alle 21:42, accolto dai miliziani.

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