Il Pd stacca la spina alla coerenza

La Toscana a suo modo pone un problema di metodo al Parlamento dicendo sostanzialmente: ogni Regione ha la competenza sulla sanità

Il Pd stacca la spina alla coerenza
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C'è un cortocircuito politico-giuridico nella decisione della Regione Toscana guidata da Eugenio Giani (nella foto) di legiferare sul fine vita. Vedremo se il governo impugnerà la norma, come chiede il centrodestra. Certo, c'è un motivo se il Parlamento si è preso del tempo per discutere sul diritto alla buona morte ipotizzato dalla Corte costituzionale con la sentenza 242 del 2019 che ha riscritto l'articolo 580 del codice penale, condizionando la non punibilità di colui che agevola l'altrui suicidio alla circostanza che l'aiuto sia dato a un soggetto mantenuto «in vita da trattamenti di sostegno vitale», dando sei mesi alle Camere per intervenire. La Toscana non ne fa una questione etica, visto che il fine vita dilania tutti i partiti, ma banalmente ha deciso come disciplinare una prassi medica.

Ci sta che , come dice il professor Stefano Ceccanti ai suoi studenti che siamo di fronte a una norma «cedevole», cioè potrebbe venir meno quando lo Stato farà la sua legge. La Toscana a suo modo pone un problema di metodo al Parlamento dicendo sostanzialmente: ogni Regione ha la competenza sulla sanità, c'è una richiesta del territorio e non posso aspettare che il governo decida come gestire questa prassi medica. Quindi faccio da sola. Ma è esattamente quello che il Veneto chiede di fare con gli extra Lea, mettendo soldi «suoi» per finanziare altre prestazioni.

E allora perché boicottare la riforma dell'Autonomia voluta dal ministro Roberto Calderoli? Perché agitare lo spauracchio di una battaglia ideologica, evocando lo spettro di una riforma che spaccherebbe il Paese e poi - legittimamente - difendere quello stesso spazio che reclama il governatore Luca Zaia e che la riforma restituisce alle Regioni, nello spirito più genuino dei costituenti? È la coerenza la prima vittima di questa sinistra eutanasia.

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