
Mica tanto «Mudo». Franco Vazquez (nella foto), 36 anni, argentino con cittadinanza italiana, centrocampista della Cremonese, avrebbe fatto meglio a onorare quel nomignolo appioppatogli proprio perché è uno che, solitamente, non parla a vanvera. E invece, nella partita contro il Bari del 15 febbraio scorso (1 a 1), il «Mudo» ha parlato, eccome. Offendendo con un insulto vergognoso un giocatore avversario. Risultato: 10 giornate di squalifica. Il fattaccio è accaduto sul terreno del San Nicola al termine del match. Il giudice sportivo, in base al rapporto dei collaboratori e alla relazione aggiuntiva della Procura federale, ha ricostruito che Vazquez ha «rivolto al calciatore Emile Mehdi Dorval un insulto di discriminazione razziale» e, in base all'art 28 comma 1 e 2 CGS, lo ha fermato per 10 turni.
A denunciare la vicenda era stato il tecnico del club pugliese, Moreno Longo: «Mi dispiace per il ragazzo e mi dispiace anche fare il nome di Vazquez, ma sono costretto a farlo perché non si può più stare zitti. Ha detto "neg*o di me..." e questo non si può dire a nessuno. Mi assumo io le responsabilità nel riportare queste frasi. Siamo stufi di parlare di queste cose ancora nel 2025». Finalmente un «addetto ai lavori» che non si ferma allo sterile bla bla ipocrita della retorica antirazzista, ma si espone facendo qualcosa di concreto. Nel caso specifico, nome e cognome del responsabile. Franco Vazquez ha sempre negato di aver pronunciato l'insulto, ma ad inchiodarlo sono state le testimonianze incrociate di Dorval e Longo. Al momento il «Mudo» è alle prese con la frattura dello zigomo e della mascella.
Ma ora a far male, più che zigomo e mascella, è qualcos'altro... In caso di qualificazione ai playoff della sua squadra, Vasquez potrebbe fare in tempo a tornare in campo. Magari comportandosi più civilmente verso gli avversari. E verso se stesso.
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