Ibra scioglie i nervi tesi del Milan. E presenta il nuovo leader Walker: sarà il suo alter ego in campo

Zlatan cita Capello dopo la rissa tra Conceiçao e Calabria: "Se succede vuol dire che c'è vita"

Ibra scioglie i nervi tesi del Milan. E presenta il nuovo leader Walker: sarà il suo alter ego in campo
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Prima il turbolento passato recentissimo, poi il futuro tutto da decifrare. Tocca a Ibra ricucire i due lembi di questo Milan che è sempre sull'orlo di una crisi di gioco e di nervi. Sulla rissa mancata tra Conceiçao e Calabria, Zlatan è categorico: «È successo mille volte, è successo a me quando stavo nella Juve, all'Inter, al Barcellona e al Psg, è colpa dell'adrenalina. Per l'immagine non va bene ma se succede vuol dire che c'è vita, come mi diceva Fabio Capello». Poi il passaggio al mercato: «Walker è stata l'occasione da prendere al volo perché è un vincente e un leader, meglio averlo in campo e fuori dal campo. Gimenez è un talento di grande potenziale, come centrocampisti siamo forti, i contratti rinnovati di Maignan, Theo, Reijnders arriveranno, ripetono che stanno bene qui al Milan». Infine un commento sui ritardi in campionato: «Col Parma ha vinto l'atteggiamento, non la qualità. Se si continua con questo spirito si può recuperare terreno. E coi risultati arriva anche la serenità». Sarà.

Nel presente del Milan da ieri c'è Kyle Walker, 34 anni, inglese di Sheffield, 20 trofei vinti in carriera, capitano di City e nazionale inglese. Si presenta con l'incarico dichiarato di spiegare a questo Milan senza precisa identità cosa vuol dire giocare con la pressione. «Nemmeno per un minuto ho pensato chi me lo ha fatto fare', neanche sul 2 a 1 per il Parma» la confessione curiosa prima di citare il colloquio convincente avuto con Ibra, il consiglio di qualche suo sodale («se non giochi in serie A non puoi dire di conoscere il calcio»), le qualità da mettere a disposizione del gruppo («disciplina e non solo fuoco») e la promessa di mettersi subito al lavoro per studiare l'italiano. Walker non parte per Zagabria, torna per il derby di domenica prossima, quando incrocerà l'Inter («sarà una partita a scacchi» indovina) domata a Istanbul nella finale Champions. E a questo proposito c'è tutta la sua formazione calcistica: nessun regalo dalla vita ma conquiste sudate. «Io gioco per provare gioia e per la passione. È vero, ho vinto tanto. Ma ho inseguito per molto tempo la Champions e sono stato molto vicino a vincerla» quasi a ricordare la missione che il Milan si sforza di ripetere in pubblico senza raccogliere i frutti promessi.

Infine un paio di consigli utili per Leao e Theo: «Rafa è pieno di qualità, devi essere non solo bravo ma anche concentrato; Theo ha l'età perfetta per il difensore, si diventa completi a 27 anni». Il resto alla prossima puntata.

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