
Avanti piano, ma avanti. Inter batte di nuovo il Feyenoord e centra un'altra volta il G8 di Champions, e stavolta conta davvero, non è solo un posto in classifica, come nella prima maxi-fase. Ad aprile farà caldo, fra corsa scudetto, i due derby e la doppia sfida con il Bayern Monaco che ieri sera ha ribadito la superiorità nel derby tedesco con il Bayer Leverkusen. Per ora, Inzaghi pensa all'Atalanta, e dopo averlo fatto in partenza (Barella e Lautaro a riposo totale, De Vrij escluso poco prima del fischio d'inizio per non rischiarlo) continua a farlo anche nel secondo tempo, quando toglie dal campo altri giocatori che serviranno a Bergamo.
Carlos Augusto, per dire, un esterno che ora vale come il pane; Calhanoglu, ovviamente, ma soprattutto Marcus Thuram, gigantesco protagonista della partita. Il francese segna in apertura un gol enorme, impegna da solo la difesa orange, colpisce un'incredibile traversa un istante prima di uscire, corre e lotta come mai negli ultimi due mesi, a dispetto della preoccupazione sulla sua salute manifestata da Inzaghi alla vigilia. Unica macchia, ed è un peccato, la simulazione che induce l'arbitro a concedergli un calcio di rigore, poi sostituito con un meritato cartellino giallo dopo revisione al Var.
Brutta storia quella dei rigori, anche in Champions evidentemente. A cavallo fra i due tempi, due rigori molto italiani o moderni per non offendere nessuno. Il primo sfuggito all'arbitro ma non al Var e concesso al Feyenoord (pestone più imprudente che cattivo di Calhanoglu a Moder); il secondo per l'Inter, visto erroneamente dall'arbitro e non corretto dal Var (inesistente il fallo di Beelen su Taremi). C'era una volta la massima punizione, mentre ora c'è un regolamento che induce a enfatizzare banali scontri di gioco con simulazioni da attore di bassa lega. In ogni partita ed evidentemente a ogni latitudine. A Taremi è andata bene, a Thuram no. C'era una volta il calcio, soprattutto.
Come se già non bastasse il risultato dell'andata, il gol di Thuram inclina subito il piano della sfida in favore dell'Inter. Non è mai troppo presto per segnare, eppure dopo la partenza sprint (prima occasione già dopo 4' con Mkhitaryan) nel primo tempo c'è solo un altro vero tentativo nerazzurro, con Taremi che prima prende indisturbato la mira nel cuore dell'area olandese, ma poi di fatto recapita un pallone sgonfio nelle mani del portiere, dopo un altro mirabile affondo di Thuram. L'iraniano resta il vero grande flop della stagione nerazzurra.
Dopo i due rigori segnati da Moder e Calhanoglu, la partita arriva in fondo con appena qualche sussulto, tipo la traversa di Thuram o l'infortunio da decriptare di Frattesi, che chiede il cambio a pochi minuti dalla fine. Entra Matteo Cocchi, 18 anni appena compiuti e per la prima volta in campo in prima squadra. Addirittura in Champions League.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.