«La minaccia più grande per Israele non è l’Iran, ma una potenziale guerra civile.
È stato ucciso Abu Mohammed al-Adnani, macabro portavoce dell’Isis (o Daesh), le cui minacce al mondo hanno imperversato in questa funerea stagione del Terrore.
Il movimento Gulen sarebbe stato l’artefice del fallimento del processo di riconciliazione nazionale tra Ankara e i curdi
«A dieci giorni dalla strage sulla Promenade di Nizza, 84 morti e 12 che lottano ancora per vivere, i sospetti e i veleni – tra Stato e Regione, tra polizia nazionale e locale, tra destra e sinistra – si stanno prendendo tutta la scena. Ieri, l’ennesimo scontro dopo un’ intervista rilasciata al Journal du Dimanche da Sandra Bertin, responsabile del sistema di videosorveglianza del Comune di Nizza (1.256 telecamere, un record di cui vanno fieri, anche se è servito a poco)
Intervistato da Federico Fubini sul Corriere della Sera del 20 luglio, il controverso finanziere George Soros ha affermato: «Una cosa è chiara ed è che Recep Erdogan […] cerca una sorta di riconciliazione con la Russia di Vladimir Putin. Probabilmente vuole diventare un fattore di equilibrio tra l’Europa e la Russia»
Fallito il golpe in Turchia, nonostante nella lunga notte dei carri armati quasi tutti gli analisti e media italiani avevano dato Recep Tayyp Erdogan per spacciato. Un altro Ceaucescu, stavolta del Bosforo, era stato abbattuto
Il Terrore made in Isis ha scelto il giorno della presa della Bastiglia per attaccare. Data simbolica, meditata con lucida follia
Un videomessaggio per chiedere il dono della pace per la Siria. Consegnato all’assemblea della Caritas internationalis che si è fatta promotrice di un’iniziativa in tal senso. Che conferma la sollecitudine di papa Francesco per quel conflitto per il quale, già nel settembre del 2013, ebbe a indire una giornata di preghiera e digiuno che tanti frutti ha recato.
Ha voluto mandare un messaggio alto e forte a tutto l’esercito russo, nel segno di un autorevole richiamo alla necessaria professionalità
Sono 41 i morti nell’attentato che ieri sera ha insanguinato l’aeroporto internazionale diIstanbul. Un colpo terribile per la Turchia e per il presidente Recep Tayyp Erdogan, che della sicurezza ha fatto bandiera. E per il mondo, sul quale torna a riecheggiare l’urlo ferino della Bestia, della quale i macellai dell’Isis sono operatori terminali