Lombardia a tutta grancassa: sul pentagramma, la nostra regione supera tutte le altre con ben 304 bande musicali attive nel suo territorio. Escludendo quella di Milano che ne ha 85, è Bergamo la provincia a più alta vocazione musicale con ben 50 formazioni disseminate tra capoluogo e centri minori. Fanalini di coda, invece, sono Lodi e Pavia con soli sette complessi a testa. Se nel Bresciano le bande sono complessivamente 38, nel Varesotto sono 41 e nel territorio di Como ben 25. Segue la provincia di Sondrio con 16 gruppi attivi, mentre nel Lecchese arrivano a 14, nel Cremonese sono 12 e nella provincia di Mantova, 9.
Indipendentemente dal loro numero, si tratta comunque di istituzioni benemerite, amate dalla gente e legate al territorio, anche se riescono a stare insieme con sovvenzioni davvero irrisorie: la legge regionale numero 21 del 2008, promuove e sostiene anche le attività dei complessi musicali bandistici ma ha fatto piazza pulita della precedente norma che a ciascuna associazione riconosceva modesti contributi annuali. «E ancora non è chiaro - dice Luigi Verderio, responsabile per la Lombardia di Anbima, l'Associazione delle bande musicali autonome - se la gestione pratica della legge sarà della Regione o passerà alle singole Province». Un gap che di fatto obbliga i musicanti all'autofinanziamento, e i Comuni più sensibili a piccoli interventi periodici di salvataggio.
E dire che alcune di queste formazioni vantano tradizioni secolari. Tra queste figurano l'Ente Filarmonico di Desenzano, nato nel 1874 e oggi diretto dal maestro Massimo Pennati; il Corpo Musicale Alessandro Manzoni di Lecco, nato nel 1862 e diretto da Angelo Sormani: una orchestra di fiati, costituita da giovani che ha in repertorio brani di Verdi, Puccini, Giordano, Mascagni, Wagner e Mozart. E ancora, il Corpo Musicale Giuseppe Verdi, sempre di Lecco, che nasce nel 1809 e oggi conta 50 suonatori, tutti dilettanti, diretti dal maestro Giacomo Mologni. Tra le formazioni più «âgé» figura infine la Banda civica di Soncino, nata nel 1817 quale diretta filiazione del gruppo di musicanti che furono presenti addirittura nell'organico della Guardia Nazionale durante il periodo napoleonico.
Risalendo nel tempo, è del 1920 la «Fanfara Baradello» nata a Como nel borgo di San Rocco, con sede in un'osteria del posto. Oggi l'ensemble ha in organico 52 musicanti. Nasce invece nel 1982 l'Associazione Banda città di Mantova che ha attivato una scuola di musica che svolge corsi aperti a tutti. Allegria e tradizione caratterizzano anche il Corpo bandistico Città di Lodi, il quale affonda le sue origini nella cosiddetta Banda delle Racchie, una formazione che fin dagli Anni Trenta, portava in scena pupazzi caricaturali di fanciulle con piedi e mani agganciate ai ballerini in goffi abbracci che destavano l'ilarità degli spettatori. Oggi la formazione si presenta nella veste di banda cittadina o di banda delle racchie, secondo le richieste. È composta da circa 30 musicanti di molte età ed è diretta dal maestro Renato Casiraghi. Di ispirazione statunitense è invece la Marching Band di Lonate Ceppino (Varese), una formazione caratterizzata da un alto livello tecnico e da uno stile di marcia molto spettacolare.
Infine non potevano mancare i Gioppini e la Fanfara Città dei Mille, formazioni entrambe di Bergamo. La prima è una banda folkloristica tradizionale con trombe di latta, costumi, strumenti ritmici in legno e «carattere» propri della commedia dell'arte. Esiste dai primi del Novecento.
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