Milano - Ventiquattro anni non sono bastati. Un improvviso ricovero in clinica per il maestro Claudio Abbado e saltano i concerti in cartellone per il 4 e 6 giugno alla Scala. Quelli che avrebbero interrotto l’esilio da Milano del settantasettenne direttore dopo che a solo 36 anni, nel 1969, era stato nominato direttore musicale. A monte anche l’anteprima del 3 giugno riservata ai giovani, tutti eventi i cui biglietti erano andati «bruciati» in poche ore il giorno della messa in vendita. Troppo sfiziosa l’occasione di rivedere Abbado con la bacchetta in mano al Piermarini dopo quell’abbandono che aprì l’epoca di un’altra leggenda, quel Riccardo Muti il cui addio a Milano fu forse ancor più burrascoso.
Quelli di Abbado a giugno sarebbero stati concerti assolutamente originali, se non altro per il cachet «ecologico» preteso dal maestro che per il suo ritorno alla Scala aveva chiesto al sindaco Letizia Moratti 90mila nuovi alberi piantati in città. La solita provocazione, la bollò qualcuno, ma il Comune accettò. Nonostante qualche problema (soprattutto di costi) quando alla partita si aggiunse un altro fuoriclasse del made in Italy come l’archistar Renzo Piano. Un progetto tanto suggestivo quanto di difficile attuazione il suo, per realizzare quella lunga cometa di verde a congiungere il Duomo al Castello Sforzesco. Planimetrie congelate e ieri ovviamente il sospetto che dietro il «no» del maestro ci fosse una ripicca alla bocciatura. Sospetto immediatamente fugato da un comunicato ufficiale della Scala, dal certificato medico, dalle conferme di personaggi a lui vicini e dalla promessa del maestro di voler in futuro partecipare ad altri eventi organizzati in città.
Come controprova anche la rinuncia di Abbado, dopo un’assenza di molti anni, all’inaugurazione del prestigioso Ravenna Festival griffato dalla famiglia Muti dove il 9 giugno avrebbe dovuto dirigere l’Orchestra Mozart in un programma che comprendeva anche la mozartiana sinfonia K551 Jupiter. Non se ne farà nulla. Nemmeno i concerti a Milano dal maestoso programma con due orchestre (la Mozart e la Filarmonica della Scala) e tre cori (l’Arnold Schoenberg Chor, il Swedisch Radio Choir e quello della Filarmonica) a eseguire la Sinfonia n. 2 di Mahler. Il bollettino sanitario, firmato dal suo medico berlinese Heirich-Josef Lubke, parla di «una cura intensiva e ulteriori accertamenti diagnostici» per stabilizzare la sua salute e di accertamenti e trattamenti che andranno avanti due o tre settimane. Poi il maestro recupererà «interamente le capacità lavorative». Rammarico esprime la Scala in un comunicato ufficiale. Resta però la speranza di un nuovo appuntamento. «Claudio Abbado - spiega la nota - confida di poter mettere a punto un nuovo progetto artistico con il Teatro alla Scala nel prossimo futuro».
A Ravenna, invece, la direzione del Festival annuncia che «accoglierà il suggerimento di Abbado che ha proposto il maestro Diego Matheuz per confermare l’impegno della sua Orchestra Mozart nel concerto inaugurale della XXI edizione mercoledì 9 giugno al Palazzo Mauro de Andrè».
Così il giovanissimo maestro venezuelano, venticinque anni e pupillo di Abbado che lo ha scelto come direttore ospite principale della Mozart, dirigerà il programma previsto che, oltre a Mozart, prevede anche la Sinfonia n. 4 op. 90 Italiana di Mendelssohn e il Concerto per pianoforte n. 3 op. 26 di Prokofiev, interpretato dalla giovanissima Yuja Wang.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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