Genova - «Sciacalli. Vergognatevi». Susanna Torretta sbraita una parola sull'altra, attacca i giornalisti, furiosa perché si sente braccata. L'altro ieri la caccia alla Torretta: indagata o non indagata per aborto illegale dopo il suicidio a Rapallo di Ermanno Rossi, il ginecologo che praticava aborti clandestini? Poi la notizia che giovedì in tarda serata, mentre il gotha massmediatico la cercava a Rapallo, lei parlava in via riservatissima con il Pm in Procura a Genova.
Ieri il suo nome torna e lei esplode. Rabbia che è furore, te lo urla sul cellulare. Lei, l'amica della contessa Francesca Vacca Agusta e la storiaccia della sua morte che s'è trascinata dietro come un sacco d'ossa, scoppia in lacrime: «Perché quest'ossessione, perché ce l'hanno con me?». Un assedio che le fa agguantare il telefono per raccontarla tutta d'un fiato. Per rimettere qualche tassello a posto, perché le ombre l'hanno marcata stretta dai fatti di Villa Altachiara, fino all'Isola dei famosi, alle ospitate, ai provini mancati. Fino alla profumeria che dirige a Chiavari, perché «vorrei fosse chiaro che sono una persona normale».
Certo che se lei rilascia interviste parlando di un aborto cui si sarebbe sottoposta, con chiari riferimenti alla sua identità...
«Non ho rilasciato nessuna intervista, e neppure i miei avvocati hanno parlato. È uscito il mio nome e immaginando lo strascico e le derive certe, avevo chiesto e mi era stato garantito il massimo riserbo».
Sta dicendo che i virgolettati non sono suoi?
«Assolutamente no».
Ma qualcuno comunque ha detto cose...
«Già, ma non so chi possa essere stato. Le persone vicine a me mi avevano rassicurato che nulla sarebbe trapelato».
Situazione delicatissima, donne indagate e interrogate per aborto clandestino, un suicidio, e lei che comunque viene sentita dal Pm. Il motivo?
«Non voglio parlare di nulla. Dico solo che sono stata ascoltata perché ero una paziente del dottor Rossi. Il mio nome era in agenda. Il caso ha voluto che gli telefonassi sabato per fissare un appuntamento. Lunedì si è suicidato. Lo scriva, devono lasciarmi in pace, devono smetterla di perseguitarmi, avvoltoi. Ero solo una sua paziente».
Perché ha schivato i giornalisti?
«I miei avvocati mi hanno consigliato di non parlare. Poi ho visto le foto, mia madre, la rosa. Mi sono indignata».
Sa che circolava la voce che non volesse rilasciare dichiarazioni perché già d'accordo per un'esclusiva con Lele Mora?
«Follia. Ma la domanda adesso la faccio io: “Perché ce l'hanno con me?”».
Materia ghiotta, l'ha detto lei. Un suicidio, donne indagate e un nome famoso...
«Già una persona è morta. Mia madre ha accusato il colpo in maniera pesantissima e questo proprio non posso tollerarlo. Io di nuovo braccata da giornalisti che ti spiano, ti cercano in negozio, suonano il campanello di casa, ti fotografano. La curiosità morbosa. Il copione lo conosco a memoria. Basta!». Pochi secondi, neanche il fiato.
È ancora lì?
«Se succede qualcosa a mio madre vi ritengo tutti responsabili». Clic.
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