Abruzzo, l'identità di una regione martoriata

Un docente di storia economica racconta l'evoluzione, il progresso, la geografia di una regione diventata d'attualità nell'ultimo anno dopo essere stata sconvolta da un terremoto devastante

Storia di una regione trascurata a lungo e riportata alla luce da un sisma maledetto che il 6 aprile 2009 ha raso al suolo paesi e città. Storia di un Abruzzo dignitoso e disperato che all'improvviso si trova al centro di un'attenzione inattesa. E di Soloni che non perdono occasione di esibire il loro cordone ombelicale con quelle terre aspre e meravigliose. A tracciarne in un libro la storia, il progresso, l'evoluzione e la geografia è Costantino Felice, docente di storia economica a Chieti e Pescara, che nel volume «Le trappole dell'identità» (Donzelli, pp. 196, euro 16,50) racconta ai non abruzzesi il mistero di queste terre incomprese.
E si parte dal nome, al plurale, per ricordare che l'Abruzzo, o meglio gli Abruzzi, sono grandi. Arrivano dai monti al mare, racchiudono varietà paesaggistiche oltre a tutto quel che ne è connesso. E dal nome, etimologico, abruptum, legato a origini anche greche che riportano un significato e un colore: rosso. Storia di una regione da sempre a rischio sismico che l'anno scorso ha pagato a carissimo prezzo questa sfortuna di essere in una zona morfologicamente cruciale. Storia di una regione che ha inciso profondamente nelle vicende italiane recenti e lontane nel tempo. Storia di oggi, di padri e padrini, in senso buono s'intende. Di coloro cioè che, a vario titolo, si scoprono figli di quelle terre rivendicando paternità remote o quasi inesistenti pur di ritrovarsi al centro dell'attenzione. È fatto anche di protagonismo il mondo del terzo millennio e le disgrazie non si sottraggono al triste destino di chi ne rivendica legami con fini non sempre eccellenti. Storia di una regione che vanta nei secoli i volti illustri di letterati e filosofi, Croce, Silone e D'Annunzio, solo per restare al XX secolo, solo per restare ad alcuni tra i più famosi, emblemi della montagna e del litorale. Storia di una regione che ha assistito da vicino all'epilogo del fascismo. Storia di una regione che non si arrende anche ora che il destino l'ha messa duramente alla prova.
Eppure, fino al 2009, dell'Abruzzo si è parlato quasi incidentalmente.

E ora il volume ne celebra e ne tratta le vicende storiche ed evolutive, ne traccia l'identità, ne scopre i segreti, ne autentica le virtù, non nasconde i punti deboli. Spiega l'Abruzzo agli abruzzesi e ai non abruzzesi. Spiega l'Abruzzo a chi ha voluto amarlo indipendentemente dal terremoto ed a chi l'ha scoperto imbattendosi nella tragedia.

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