Washington - Sono ventisei gli agenti dell’Fbi che hanno assistito ad abusi e maltrattamenti nella prigione di Guantanamo, durante gli interrogatori dei prigionieri. Lo ha stabilito un’inchiesta interna dell’agenzia federale, il cui esito è stato reso noto dopo la pressante richiesta dell’American Civil Liberties Union, un’organizzazione che si batte per i diritti civili. “In diverse occasioni i testimoni hanno visto i detenuti con catene alle mani e ai piedi, costretti in posizione fetale sul pavimento senza possibilità di sedersi, di avere acqua o cibo”, si legge nel rapporto, in cui si specifica che a compiere gli abusi erano ufficiali di altre agenzie oppure “contractors”, personale adibito alla sicurezza della prigione. L’inchiesta interna ha coinvolto quasi 500 agenti federali, ai quali è stato chiesto di denunciare ogni possibile maltrattamento osservato mentre prestavano servizio nella prigione di Guantanamo. Un portavoce del Pentagono ha dichiarato che i fatti riportati dal documento “non sono nuovi” e che ben 12 inchieste interne hanno stabilito che il dipartimento della Difesa non ha mai accettato i comportamenti lesivi della dignità dell’uomo.
Il "discusso" campo di prigionia della base americana a Cuba era stato aperto subito dopo l'inizio della guerra al terrorismo, nell'autunno 2001. Dopo le numerose accuse di maltrattamenti l'amministrazione statunitense ha dimostrato di sapere e voler far luce sui comportamenti censurabili e di punire i colpevoli.
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