«Ma ad Atene vinciamo senza penalty»

da Milano

Carlo Ancelotti aveva previsto tutto. O quasi. «Sapevamo che si sarebbe giocato su questi ritmi e che avremmo pagato lo sforzo di coppa. La Fiorentina ci ha fatto correre e noi non avremmo potuto tenere lo stesso passo di mercoledì. Ma la squadra sta bene, ora dobbiamo battere il Catania per poter pensare solo alla finale di Atene». Tutto previsto, appunto. Tranne la rete annullata e il rigore sul palo. «La rete era da convalidare - continua Ancelotti -, perché la spinta di Kakà su Montolivo era molto lieve. Non è normale che un arbitro come Rosetti annulli un gol così». Fuori uno. Poi il tono si fa molto più ironico. «Il rigore? Dovrò tirare le orecchie a Kakà, visto che le cose più difficili gli riescono. Mi mette dubbi sui rigoristi. Ma non sono preoccupato per la finale. Penso di vincere prima dei tiri dal dischetto...». Ci vuole allora l’eterna polemica con l’Inter per rialzare un poco i toni. «Il primato cittadino lo lascio ai nerazzurri, noi ci teniamo quello europeo». Invece Christian Brocchi rimprovera i cugini. «Quando gli altri sono stati più bravi, abbiamo fatto loro i complimenti. Non si capisce perché l’Inter non debba fare lo stesso con noi».

In casa viola Prandelli benedice il pari. «Buona partita contro un Milan meno brillante di mercoledì. È chiaro che manca Toni, che non mi rassegno a perdere sul mercato, ma sono soddisfatto di come ha lottato Pazzini, uno che ha giocate importanti».

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