
La missione di Elon Musk (in foto) nell'amministrazione di Donald Trump volge al termine. Il first buddy (primo amico del cuore; ndr) ha intenzione di fare un passo indietro dalla guida del Doge per concentrarsi sulla sua Tesla, e spiega che «probabilmente a partire dal mese prossimo il tempo che dedicherò al dipartimento per l'Efficienza governativa diminuirà in modo significativo». Il lavoro cruciale della commissione è «in gran parte concluso», ma «continuerò a lavorare con il team per il resto del mandato del presidente per assicurarmi che sprechi e frodi non si verifichino più», prosegue il miliardario, precisando che vi si dedicherà «un giorno o due a settimana finché Trump lo vorrà». Il patron di Tesla cita le «ripercussioni» sull'azienda di veicoli elettrici, da mesi presa di mira negli Stati Uniti e in Europa tra atti vandalici, appelli al boicottaggio e proteste.
D'altronde, anche guardando ai dati del primo trimestre pubblicati martedì, le vendite globali di Tesla sono diminuite più drasticamente del previsto, con solo 336.681 veicoli consegnati (-13% su base annua), a causa della crescente concorrenza, ma pure dei contraccolpi per il coinvolgimento del suo fondatore nell'amministrazione Trump. Secondo il direttore finanziario Vaibhav Taneja, «l'impatto negativo degli atti vandalici e dell'ostilità ingiustificata nei confronti del nostro marchio e dei nostri dipendenti ha avuto conseguenze su alcuni mercati».
Intanto, secondo le fonti citate da Bloomberg, emerge con chiarezza che se Musk ha rappresentato sinora il volto del Doge, la vera mente è Russell Vought, ex direttore del bilancio del tycoon e ideologo chiave del Project 2025. Lui sarebbe il vero architetto dello smantellamento dello Stato federale e regista dei tagli: sono suoi la chiusura dell'Usaid e della Consumer Financial Protection Bureau, agenzia nata dopo la crisi del 2008 per tutelare i consumatori. Al centro dell'ideologia di Vought c'è la teoria dell'esecutivo unitario, che per i critici equivale a sostenere che Trump dovrebbe avere ampia discrezionalità nel fare ciò che vuole. Il think tank di Vought, il Center for Renewing America (Cra), ha prodotto numerosi documenti politici a sostegno di alcune delle idee del presidente, come l'annessione della Groenlandia («un obiettivo prudente», secondo un documento del Cra) e l'introduzione di estesi dazi doganali («a volte una nazione deve andare in guerra con armi e bombe, a volte le guerre commerciali sono necessarie»).
«Nessuno a Washington ha una migliore conoscenza dei numeri e del processo di gestione del governo federale di Russ Vought - afferma Steve Bannon, ex capo stratega della Casa Bianca del tycoon - È uno degli architetti cruciali della ristrutturazione del governo statunitense voluta dal comandante in capo». Colui che viene indicato come il vero architetto della presidenza Trump è descritto come estremamente ponderato, concentrato e attento ai dettagli: «Ci sono membri dell'amministrazione tristemente incompetenti.
Russ è molto intelligente, attento, e sa perfettamente cosa sta facendo», commenta da parte sua Bobby Kogan, consulente dell'Ufficio del budget durante il mandato di Joe Biden e ora direttore del Center for American Progress.
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