Adesso la Borsa preferisce Fiat a Gm

L’Unrae: a fine 2005 alle case straniere il 72% del mercato italiano dell’auto

Adesso la Borsa preferisce Fiat a Gm

Pierluigi Bonora

da Milano

La Fiat si avvicina alla General Motors. Non in termini di vendite o dimensioni, sia inteso, ma come capitalizzazione (ovvero il prodotto della quotazione di Borsa di ogni singola azione per il numero dei titoli esistenti). E anche se ieri il Financial Times dava per avvenuto lo storico sorpasso di Davide su Golia (il quotidiano finanziario britannico indicava in 12,87 miliardi di dollari il valore di mercato del Lingotto rispetto ai 12,67 miliardi della Gm), conti alla mano e guardando il cambio euro-dollaro aggiornato (1,19) ecco il risultato: il gruppo di Torino capitalizza 9,44 miliardi di euro (11,23 miliardi di dollari) e quello di Detroit 12,57 miliardi di dollari. La differenza, quindi, è di 1,34 miliardi di dollari. Solo due anni e mezzo fa, il colosso dell’auto guidato da Rick Wagoner valeva circa 7 volte la Fiat e fino allo scorso febbraio rischiava di essere costretto ad acquisire Torino in ragione della famosa put option concordata tra le parti nel 2000. Ma c’è di più: in settimana Standard&Poor’s ha ulteriormente ridotto il giudizio sul debito di Gm facendolo scendere per la prima volta sotto quello della Fiat.
Il Lingotto, quindi, a quasi un anno dal divorzio con il sempre più malandato colosso di Detroit, ha dato agli americani una lezione di efficienza. Il caso ha anche voluto che dal momento della separazione Gm abbia dovuto fare fronte a perdite miliardarie, abbia visto ridursi a «spazzatura» il giudizio sul debito e abbia accusato una forte flessione delle vendite negli Stati Uniti a causa dell’aumento della benzina.
A tutto questo bisogna aggiungere gli ingenti costi sanitari e previdenziali tutti a carico dell’azienda: 5,2 miliardi di dollari nel 2004, pari a 1.525 dollari per ogni veicolo prodotto. La General Motors, comunque, continua a essere ben più grande del gruppo di Torino in termini operativi con una forza lavoro di 325mila dipendenti e una produzione di 8,2 milioni tra auto e camioncini lo scorso anno, anche se secondo le previsioni si appresta a cedere alla Toyota lo scettro di primo costruttore mondiale.
Il Lingotto impiega invece 160.549 lavoratori e lo scorso anno ha prodotto 1,77 milioni di veicoli. Far sentire il fiato sul collo alla Gm con l’ipotesi di uno storico sorpasso come valore di mercato, è un motivo di soddisfazione in più per l’ad Sergio Marchionne che oggi siederà al tavolo del consiglio di amministrazione del Lingotto. La riunione, presieduta da Luca di Montezemolo, verterà su due argomenti: il calendario dei prossimi appuntamenti e l’approvazione del budget 2006 che alcune fonti giudicano «ambizioso, realista e in linea con le aspettative». In Borsa, ieri, il titolo Fiat ha beneficiato ancora dei buoni risultati delle immatricolazioni europee a novembre e della possibilità che nel 2006 Standard&Poor’s riveda al rialzo il giudizio.

L’azione torinese ha così fatto un passo avanti dello 0,42% a 7,59 euro.
Ieri, infine, secondo i dati dell’Unrae (Unione italiana degli importatori), il 2005 si chiuderà con 2,24 milioni di vetture immatricolate, il 72% delle quali appartenenti a marche straniere (28% a Fiat Auto).

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