Adolf Burger, il falsario ebreo che stampava sterline per le SS

Pubblicate le memorie di uno dei prigionieri dei lager che parteciparono all'Operazione Bernhard, il piano dei nazisti per far crollare l'economia americana e inglese

Adolf Burger, il falsario ebreo 
che stampava sterline per le SS

Adolf Burger - numero 64401 a Auschwitz, tipografo nelle baracche 18 e 19 di Sachsenhausen - si è salvato la vita pagandola con soldi falsi, consegnati ogni mattina ai suoi aguzzini. Tra le mille storie tragiche dell'Olocausto, quella di questo ebreo di Bratislava è una delle più paradossali, in cui l'orrore si mescola alla spy story. Ricordate «Cicero», la spia che vendeva ai nazisti i segreti degli inglesi nascosti nella cassaforte dell'ambasciata in Turchia? Burger è esattamente l'altro terminale della storia. Le sterline - false come Giuda - con cui il Diavolo pagava il tradimento di «Cicero» le fabbricava proprio lui, Burger, chiuso in una baracca di un campo di sterminio. Ogni giorno, tutti i giorni, sperando che quel lavoro che puzzava di zolfo bastasse a farlo arrivare a vedere la luce del mattino successivo.
Il Gran Ballo di Satana cui partecipa il piccolo ebreo di Bratislava è raccontato da lui stesso, in prima persona, con la scioltezza e il distacco di chi non ha più nulla di che illudersi in un libro pubblicato in Italia dalla casa editrice Nutrimenti col totolo «L'Officina del Diavolo».
Questa la storia: a Bratislava Adolf Burger faceva un lavoro onesto, lo stampatore-tipografo. Ma arrivarono i nazisti, e lui finì insieme alla moglie Gisela ad Auschwitz. Lei sarà uccisa. Lui riesce a resistere fino alla primavera del 1944, quando i nazisti, dopo i rovesci in Africa e la sconfitta di Stalingrado, iniziano a temere la sconfitta. È a questo punto che Goebbels concepisce l'idea di colpire le demoplutocrazie anglo-americane con i loro stessi mezzi, cioè il denaro. Milioni e milioni di dollari falsi, e soprattutto di sterline (all'epoca la divisa forte degli scambi internazionali), avrebbero inondato i mercati e le economie dell'odiato nemico, portandole al tracollo.
Nasce così l'«Impresa Bernhard», cui Bernhard Krueger, l'ufficiale delle SS capo del Dipartimento del Reich contro le frodi valutarie, dette orgogliosamente il suo nome. In una baracca di Sachsenhausen, Burger e i suoi colleghi - tutti ebrei come lui, tutti esperti di carta, filigrana e pressa - lavoravano di fino a far saltare la Banca d'Inghilterra. Alla fine avrebbero stampato 134 milioni di sterline.
Nel frattempo in molti non ce l'avrebbero fatta comunque, nonostante il loro fosse un lavoro prezioso. Chi non rispettava gli standard richiesti veniva personalmente eliminato da Krueger. Gli altri continuavano letteralmente a ballare con Satana, o meglio a giocarci a ping-pong: tra i benefit della loro condizione c'era il poter utilizzare, insieme alle guardia, un tavolo regolamentare. Oppure facendoci festa insieme, una volta ogni mese e mezzo: imitazioni, canti e balli. Satana si divertiva, in quei momenti, e c'era ancora speranza di sopravvivere.
Poi arrivarono gli Alleati. Krueger sbaraccò Sachsenhausen e tutti finirono a Mauthausen. L'ufficiale prese congedo dalla banda pochi giorni prima della morte di Hitler. «Era a bordo di un'Alfa Romeo rossa, con una bellissima bionda. Distribuì sigarette a tutti. Disse che era venuto a salvarci. Che ci avrebbero portati al campo di Ebensee, dove c'erano anche dei bunker per proteggerci. Sparì nel nulla, com'era venuto. I bunker c' erano, ma erano tutti stati minati e noi dovevamo saltare in aria». Satana non lascia scampo. Meno male che non ebbe il tempo di ordinare l'ultimo trasferimento.
A riprova della bellezza della storia, Hollywood ha già realizzato un film sulla vita di Burger, premiato con l'Oscar. Ma il libro merita una menzione a parte, perché è più vero e più paradossale. Come merita di ricordare che tanta parte di quelle sterline false furono ritrovate decenni dopo, chiuse ermeticamente in tante cassette sul fondo del lago di Toplitz. Erano ancora intatte.

Altre erano state bruciate già nell'immediato dopoguerra. Non solo dal governo britannico, per ovvie ragioni, ma anche da un uomo che con il Diavolo aveva stretto un patto, non sapendo che il Diavolo i patti non li rispetta. Si chiamava, in codice, «Cicero».

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