Riccardo Signori
da Milano
Uningiustizia in meno. Stavolta lInter non si sentirà accerchiata. La commissione disciplinare ha revocato le due giornate di squalifica ad Adriano riconoscendo che il giudice aveva visto male (la tv) e aveva cavillato un po troppo. «Dallesame delle immagini», dice la motivazione, «la commissione ritiene di non poter pervenire al convincimento che il gesto di Adriano abbia attinto anche il volto dellavversario, non potendo condividere il grado di certezza del provvedimento del giudice». E ciò a prescindere, ha soggiunto la delibera, dalle dichiarazioni rese da Grandoni. LInter, infatti, ieri mattina ha presentato Adriano in persona alla disciplinare, ma pure una memoria in cui il giocatore del Livorno ribadiva quanto detto subito dopo la partita e in Tv: «Adriano non mi ha colpito in faccia e neppure mi ha dato limpressione di volerlo fare». Secondo raffinata dietrologia una memoria di questo genere non poteva far testo, se no in futuro ecco la strada dellinganno: pago qualcuno perché racconti quanto mi torna comodo.
Però, in questo processo, la disciplinare rifila un buffetto al giudice Laudi. «Nessuna immagine coglie direttamente limpatto della mano sul volto dellavversario. Tale circostanza non potrebbe che desumersi indirettamente da quel diverso elemento evidenziato dal giudice: limprovvisa, seppur lieve, rotazione verso destra della testa di Grandoni. Ma tale circostanza non può costituire elemento di prova certo e inequivoco dellimpatto sul volto, non potendosi escludere che sia stato un riflesso condizionato». Insomma anche il giudice si dia una calmata, a dimostrazione che la prova Tv rischia dessere arma impropria nel caso non sia applicata con rigore. E il calcio dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza: restano impuniti falli come quello di Wome su Balleri o quello su Totti e un giudice si mette, invece, a disquisire sulla manata isterica di Adriano. A proposito del processo alle intenzioni, Moratti aveva detto: «Se dico io le mie intenzioni... ». Ma ieri ha rettificato: «Era una battuta. Chissà quante cose cattive posso pensare e chissà quanti anni di squalifica mi danno».
Punto e a capo per lInter in eterna fibrillazione (ultima la tensione Materazzi-Mancini per un cambio non avvenuto). Facchetti si è detto contento, a nome della società, e ha ringraziato Grandoni per la sportività. Adriano tira un sospiro di sollievo perché dopo i tanti guai combinati non se nè aggiunto un altro. Ma ora dovrà farsi lesame di coscienza come gli ha suggerito il presidente. Non segna da dieci partite, è diventato una palla al piede per il gioco dattacco (non passa più lavversario), il fisico mostra scarsa reattività. La società tiene sottocchio anche la sua vita notturna che, in questo periodo, dovrebbe avere subito un rallentamento per la presenza della mamma, e da oggi della fidanzata. Andare a nanna alle sei del mattino non fa mai bene a nessuno. Il problema Adriano rischia di mettere in crisi la stagione interista, non ancora perduta ma fortemente aggrappata alla vena del goleador. «Noi aspettiamo Adriano con fiducia ma pure lui deve cercare di aiutarsi», ha raccontato Facchetti. E Moratti di riflesso: «Da lui ci si aspetta di più. Non mettiamo in dubbio le sue qualità. È un fatto psicologico e quello si vince improvvisamente».
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