Un derby milanese tra gli aeroporti di Linate e Malpensa? Solo uninvenzione per depotenziare ulteriormente gli scali lombardi. È quanto emerge dallosservatorio del Comitato composto dalle Camere di commercio di Milano, Varese e Novara, secondo cui Milano è allultimo posto in Europa come numero di terminal e piste aeree per abitanti. E dunque allorigine della crisi dellhub varesino non può esserci la concorrenza dellaeroporto cittadino. Sommando Malpensa, Linate e Orio al Serio, larea metropolitana allargata di Milano ha in tutto 4 terminal aerei per 8,5 milioni di abitanti, cioè uno ogni 2 milioni e 125mila. Londra, con 13,2 milioni, ha 7 terminal che diventeranno presto 8, e dunque ciascuno serve solo 1,89 milioni di residenti, destinati a scendere a 1,65. A Parigi cè un terminal ogni 1,98 milioni di persone, ad Amsterdam ogni 1,65, a Madrid 1,575, a Francoforte addirittura 1,03. Ma Milano non regge il confronto neppure con aeroporti secondari come Manchester (1,3), Barcellona (1,25), Monaco (1,15) e Berlino (0,51).
Stesso discorso per le piste aeree, che a Milano sono sempre 4 (cioè una ogni 2 milioni e 125mila abitanti), contro le 10 di Londra (una ogni 1,32 milioni), le 9 di Parigi (1,32) e le 7 di Amsterdam (0,94). Tanto che Milano potrà smarcarsi dal ruolo di Cenerentola europea, classificandosi comunque al terzultimo posto, solo se sarà attuato il progetto per realizzare una nuova pista a Malpensa. Portando così il rapporto a una ogni 1,7 milioni e superando Berlino, destinata a scendere a una ogni 2,05, e Manchester (1,73). Per dimostrare che Linate non è all'origine dei mali dellhub varesino il Comitato Malpensa ha calcolato anche il numero di «fughe», cioè i passeggeri che hanno raggiunto in aereo un altro hub europeo per poi prendere un volo intercontinentale diretto. Nel 2008 da Linate sono stati 180mila verso Fiumicino e 560mila verso altri hub europei (in totale 740mila) su un numero complessivo di 9,2 milioni di passeggeri, cioè solo l8%. Come commenta la professoressa Anna Gervasoni, che ha coordinato la ricerca, «è un dato assolutamente fisiologico e tipico di ogni aeroporto europeo e può essere riconducibile anche a politiche di fidelizzazione del cliente operate da alcune compagnie aeree». La ricetta del Comitato per «guarire» Malpensa non passa dunque dalla riduzione di Linate, ma innanzitutto dalla creazione di migliori collegamenti su rotaia e su gomma. Il rilancio potrebbe però arrivare anche grazie a uninterpretazione innovativa delle norme Ue, grazie a cui la definizione del numero dei voli passerebbe da Roma a Milano permettendo finalmente allhub di essere trattato con il dovuto riguardo.
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