Affaire Montecarlo, parla il vicino Fabrizio Torta La casa di Tulliani vale oltre un milione di euro

Il proprietario dell'appartamento "gemello" di quello del cognato di Fini: "Io vendo al triplo di quanto incassò Alleanza nazionale". Al metro quadro, infatti, gli appartamenti viaggiano tra i 20 e i 30mila euro. Poi Torta rivela: "Nel palazzo sono diverse le persone che hanno visto Fini"

Affaire Montecarlo, parla il vicino Fabrizio Torta 
La casa di Tulliani vale oltre un milione di euro

Quest’intervista può aiutare co­loro che ancora credono alle favole, che pensano davvero che il prezzo pagato da una off-shore ad An nel 2008 (300mila euro) per l’acquisto della nota casa di Montecarlo fosse congruo.Può chiarire le idee a quan­ti ancora non si capacitano del per­ché, a un anno dalla nostra inchie­sta sull’appartamento donato dalla contessa Colleoni e in uso al cogna­to di Gianfranco Fini, scaviamo an­cora in quest’affaire immobiliare che grida vendetta per un’infinità di ragioni: le modalità di alienazione attraverso società caraibiche, il ruo­lo del cognato di Fini, le proposte da più di un milione snobbate dal parti­to, i lavori di ristrutturazione seguiti dalla compagna di quel presidente della Camera che si disseall’oscuro della presenza di Giancarlo Tulliani nell’immobile. E soprattutto la certi­ficazione al ribasso operata «politi­camente» dalle autorità monega­sche che ha comunque evidenziato come la cifra richiesta per l’apparta­m­entodiBoulevardPrincesseChar­lotte corrispondesse a quasi un ter­zo del suo reale valore. L’intervista può tornare utile per ragionare sul­l­’inchiesta dei pm romani che inda­gavano sulla congruità del prezzo e chehannorichiestocomunquel’ar­chiviazione di fronte alle evidenze delle stime immobiliari sollecitate, per rogatoria, ai sudditi del principe Alberto. L’intervista al Giornale di Fabrizio Torta, dirimpettaio di casa Tulliani, va in soccorso di tutti quelli che si ostinano a fare spallucce della ricerca della verità.

La casa di Torta confina con quel­la in uso a monsieur Tulliani. È iden­tica. Stessa metratura. È in vendita a un milione di euro o poco più, nono­stante sia penalizzata – rispetto a quella dell’inquilino eccellente ­dall’affaccio rumoroso sulla strada, dalla mancanza di un terrazzino, dal carico economico che il compra­tore è chiamato a sopportare essen­do completamente da ristrutturare.

Torta accetta di parlare nonostan­te una brutta diffi­da inviata per tele­gramma dai legali di Giancarlo Tulliani: «È una iniziativa che mi ha sor­preso non poco, questa degli avvo­cati del signor Tulliani, col quale ho avuto sempre rapporti di buon vici­nato. Una diffida a non parlare? E perché? Che cosa ho fatto di male?» si chiede Torta mentre ci spalanca la porta dell’abitazione gemella.

Allora, signor Torta, ha vendu­to?
«Per scaramanzia non parlo ma diciamo che sono a buon punto. Re­centemente l’ho messa in mano a una persona che quando ha saputo il prezzo che chiedevo mi ha detto: “Tranquillo,a questa cifra te la ven­do subito”».

Di quale cifra stiamo parlan­do?
«Un milione di euro, qualcosina in più. Dopo poco tempo mi ha por­tato un cliente interessatissimo a comprare. Siamo andati dal notaio perché la persona interessata ha vo­luto mettere delle condizioni. Entro il 30 settembre si dovrebbe chiude­re la pratica».

Il suo immobile quanto è gran­de?
«Sessantacinquemetriquadri, ta­le e quale a quello di là ( il signor Tor­ta indica l’appartamento di Tullia­ni, ndr ). Solo che rispetto a quello io non ho il terrazzino e il mio affaccio dà sulla strada ed è meno conforte­vole rispetto al suo che invece dà su una corte interna, è silenzioso, mol­to più tranquillo. Sembra un detta­glio ma a Monaco queste cose han­no un peso».

Ed è da ristrutturare.
«Beh, si. Ci sono da rifare le mura che gli operai di Tulliani mi hanno danneggiato durante i lavori di ri­strutturazione (Torta indica le top­pe provvisorie messe dagli operai, ndr ). Vanno fatti il pavimento, il ri­scaldamento, l’impianto elettrico, le porte... insomma sono parecchi i lavori da fare».

Un milione, da ristrutturare, il suo. L’appartamento accanto ceduto per trecentomila euro.
«Che vuole che le dica... quando l’ho saputo non ci volevo credere. Diciamo che chi ha comprato ha fat­tounaffaroneperchéoggi, conlacri­si, e i prezzi al ribasso,cosi com’è va­le minimo un milione e trecentomi­la euro».

Come minimo?
«Già. Nel Principato, a seconda dei momenti e delle oscillazioni di mercato, si viaggia fra i 20 e i 30mila euro a metro quadro. In questo mo­mento conviene comprare».

Il «vicino» non le ha mai fatto proposte per l’acquisto?
«No. Con lui avevo un ottimo rap­porto, era educato e gentile, si preoc­cupò personalmente quando ripor­tai tutti quei danni nella parete del­l’appartamentooffrendosidimette­re le cose a posto al più presto, mi sembra che parlò di settembre. Poi, però,a fine luglio è scoppiato lo scan­dalo e non l’ho visto più. L’ho rivisto per puro caso a inizio anno all’hotel Hermitage quindi una volta in rue de la Costa (dove Tulliani ha la ban­ca, ndr). Ogni tanto sentivo rumori nella casa, poi più niente. Feci alcu­ne interviste a seguito delle quali mi fu recapitata la diffida a non parlare più di quell’appartamento».

Alcuni esperti del settore immo­biliare ci riportano la voce di una vendita della casa abitata da Tulliani. Ne sa niente?
«Non posso aiutarvi. Se dovesse­ro vendere credo, ma è una mia sen­sazione, che non facciano ricorso al­le agenzie immobiliari ufficiali. Se l’hanno acquistata a quel modo è possibile che la rivendano seguen­do la stessa trafila evitando anche di farla visitare. In questi mesi, là den­tro, non vola mosca».

Scusi, ma nei giorni precedenti lo scoppio dello scandalo lei Gianfranco Fini lo ha visto nel palazzo?
«Io personalmente no, ma altri certamente. A cominciare dall’inge­gner Giorgio Mereto, che poi ritrat­tò quando lesse quanto da voi ripor­tato (e registrato, ndr ). Non so se lui abbia ricevuto diffide del tipo di quelle inviate a me. Elisabetta, la so­rella di Giancarlo, l’ho intravista sul finire del 2009 anche se Bocchino ha detto che forse mi sono confuso con la fidanzata bionda di Tulliani. In quel palazzo Fini lo hanno visto, cosi almeno mi hanno detto alcuni miei coinquilini».

Fini ha sempre negato di esser­ci stato.
«Non so che dirvi. La gente qui a Montecarlo non vuole problemi, teme ripercussioni. Però se è passato anche fugacemente nel palazzo è stato molto fortunato perché quel condominio è uno dei pochi a non avere telecamere di sicurezza.

So che Fini l’ha visto anche l’inquilino disopra, però mi ha detto che ha pre­ferito non dire niente ai giornalisti per paura, perché ha temuto di per­dere il lavoro. E quando gli ho fatto vedere il telegramma la sua scelta di stare fuori da questa vicenda s’è rin­forzata. Voi non potete neanche immaginare cosa sono stati quei giorni d’estate dell’anno scorso...».

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