Decine di voli Alitalia cancellati, bagagli inghiottiti nei meandri dello scalo impazzito, passeggeri sull’orlo della rivolta: così Fiumicino ha salutato ieri la fase intensa del lavoro che caratterizza il periodo natalizio. Viaggiatori italiani e stranieri – molti continuano a preferire questo Paese – triturati in un meccanismo spietato, montato con sadismo organizzato da sindacalisti che considerano gli utenti solo come pedine da manovrare. Già, i sindacalisti e i sacrosanti diritti dei lavoratori – gli altri, quelli che pagano e pazientemente si mettono in fila, possono vantare anche loro qualche diritto o sono anime morte? - hanno provocato il caos nel grande scalo romano. Il dato paradossale di questa giornata è costituito dal fatto che formalmente non c’è stato sciopero. Certo, lo sciopero deve essere proclamato col debito anticipo e comporta anche un onere economico per chi lo fa, ma ieri non c’è stata alcuna astensione dal lavoro, semplicemente i lavoratori addetti alla manutenzione degli aerei Alitalia, dei servizi a terra e alla gestione dei bagagli con una strategia ben congegnata hanno incrociato a turno le braccia, per dare vita ad «assemblee spontanee». Bella cosa e simpatico eufemismo la spontaneità. Un tempo, quando l’ipocrisia non aveva corso legale, queste interruzioni si chiamavano «sciopero a gatto selvaggio». Ancora più grave è il fatto che questa forma di sindacalismo tribale è stata praticata mentre era in corso un incontro fra i sindacati e la Cai. Bel modo di trattare: un capetto sindacale siede al tavolo del confronto, un altro organizza sul campo le assemblee «spontanee», nelle quali tutti i grandi sindacati si ritrovano insieme cinicamente. Secondo l’Enac e il garante degli utenti, questo modo di protestare è illegale e configura il reato di interruzione di pubblico servizio. Sul punto non c’è alcun dubbio, ma la legislazione italiana in materia non è tale da impensierire gli «spontaneisti». Le sanzioni, se arrivano, arrivando tardi, diluite, annacquate, inavvertite e inutili. Il nostro è forse l’unico dei grandi Paesi europei in cui gli utenti possono essere presi in ostaggio impunemente. Si bloccano aeroporti, strade, ferrovie e nessuno paga per questi abusi, che risultano particolarmente odiosi in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando. La speranza è che quelli commessi a Fiumicino possano essere veramente gli ultimi.
Un’altra domanda si impone: quanto dovranno protrarsi i tormenti dell’Alitalia? Si ha l’impressione che il mondo sindacale, anche quello che sembrava il più aperto al salvataggio della compagnia, faccia di tutto, «spontaneamente» perché la nuova Alitalia sia la copia della vecchia. Perché il passato non passi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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