Ai funerali del figlio, mamma Carolina rinnova il perdono

I timori delle vigilia sono stati ben presto fugati: ai funerali di Lorenzo «Lollo» Cenzato, 18 anni, non c’è stato spazio per intemperanze, minacce, vendente, ma solo per dolore e lacrime. Così sono arrivati in tanti, e composti, per dare l’ultimo saluto al giovane ucciso ai giardinetti con un coccio di bottiglia da un altro ragazzo di appena un anno più giovani.
Risibile infatti il pretesto che ha portato Luis, l’assassino a colpire Lollo con un coccio di bottiglia, un battibecco per una ragazza. Le vere ragioni vanno forse cercate nel suo passato, quando viveva in Ecuador e ha visto il padre sgozzato per strada. Poi la mamma del giovanissimo si è rifatta una vita, ha trovato un nuovo compagno ma Luis, quella scena del padre agonizzante in una pozza d sangue non l’ha più scordata. Così il ragazzo cresceva sempre più spavaldo, voleva affiliarsi alle bande dei Latin Kings. Bastava che qualcuno lo guardasse con un pizzico di curiosità e lui faceva passava il pollice della mano destra sulla gola: una minaccia dal significato inequivocabile. E che mercoledì scorsa dopo un banale battibecco ha messo in pratica con Lorenzo.
E mentre Luis finisce al Beccaria, per Lorenzo ieri alla chiesa del Cristo Re in piazza Riva di Sovico, è stato il tempo dell’ultimo saluto, e per onorarlo, il sindaco Alfredo Colombo ha dichiarato il lutto cittadino. Alle 15 arriva la bara, i parenti, gli amici di Lollo. Arrivano da mezza Brianza. Inizia la cerimonia religiosa, sull’altare don Carlo Gussoni, il parroco del piccole paese. Concelebrano altri sette preti, arrivati da Vedano al Lambo, il paese dove risiede Luis, da Biassono e da Macherio. Il sottosegretario Alberto Cavalli porta il saluto del Governatore Roberto Formigoni che già aveva scritto alla famiglia della vittima. La famiglia di Lorenzo - dice don Carlo durante l’omelia - ha provato il supplizio di Giobbe e deve affrontare un grande dolore affidandosi alla fede nel Signore. Il lavoro educativo - ricorda il prelato - anche se a volte è frustrante resta fondamentale per garantire punti di riferimento e valori irrinunciabili».
Dal pulpito si succedono anche un’amica di Carolina Porcaro, mamma di Lorenzo, e Sascha l’amico moldavo, più caro di Lollo. Quello che lo ha avuto tra le braccio durante l’ultimo respiro. «Tutti si stanno interrogando sul perché siamo di fronte a questo dramma, ma pochi si sono soffermati - dice il giovane con voce rotta dall’emozione - a riflettere sul fatto che lui adesso non c’è più».

Per la mamma della vittima la conferma del perdono già annunciato dopo la tragedia: «Perdono quel ragazzo, lo vorrei incontrare insieme alla sua famiglia per dargli la possibilità di rifarsi una vita». La bara esce dalla chiesa: tutti applaudono.

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