Mentre Giuliano Ferrara, al teatro Dal Verme, spiegava le ragioni della sua proposta di moratoria contro laborto, anche il consiglio comunale di Milano ieri pomeriggio si è spaccato sulla legge 194. A innescare il dibattito è stato lordine del giorno presentato dal capogruppo di An Carlo Fidanza, condiviso da tutto il suo partito, alcuni consiglieri di Fi (tra cui il vicecapogruppo Alberto Garocchio), del capogruppo Udc Pasquale Salvatore e della Lista Moratti. Il documento, in sintesi, chiede al Comune di istituire un capitolo nel Fondo di sostegno allaffitto dedicato alle donne in difficoltà che scelgono di non abortire, di stringere convenzioni con i produttori e negozi di prodotti per neonati (pannolini, latte in polvere... ) da distribuire gratis ai Centri di aiuto alla vita e di garantire la presenza di volontari antiabortisti nei consultori. Proposte che «sono un aiuto concreto per le donne e che vogliono superare un dibattito ideologico».
La parte liberal di Fi, ribatte il capogruppo azzurro Giulio Gallera, «rimane in aula mentre Ferrara presenta la sua proposta al Dal Verme, la società non vive laborto come un problema, è una scelta dolorosa ma libera e consapevole, è una battaglia e unesagerazione della classe politica». Tutto il centrosinistra ha sottoscritto un ordine del giorno opposto a quello di An, a difesa della 194, sollecitando la giunta a ridare risorse ai consultori e a vigilare perché il ricorso allobiezione di coscienza non sguarnisca i servizi. La moratoria, afferma la capogruppo del Pd Marilena Adamo «ha dentro lidea che sospendendo la legge, il giorno dopo laborto diventi reato». Carla De Albertis e Barbara Ciabò della Destra invitano invece la giunta a promuovere campagne di comunicazione sulluso della contraccezione e a chiedere alla direzione scolastica regionale di inserire tra gli strumenti della didattica anche filmati sullo sviluppo del concepito allinterno dellutero, «serve più informazione nelle scuole».
Lassessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, precisando che la sua non è «contrapposizione alla mozione di Fidanza», sostiene che «la 194 non è tabù e non va strumentalizzata per fini politici». Da assessore, promuoverà presto «corsi di educazione sessuale per gli adolescenti».
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