Un nuovo modello di partito «partecipativo», che superi le correnti, sia presente sul territorio e costituisca una reale alternativa di governo. Offrire visibilità a quel «pezzo di popolo che oggi non ce lha», per far partire «dal basso» la futura federazione della Cdl. Questi gli ingredienti che ieri Gianni Alemanno, durante la conferenza stampa convocata per annunciare la sua candidatura alla presidenza della federazione romana, ha gettato nel calderone di Alleanza nazionale alla vigilia del congresso capitolino. Appuntamento dal primo al 3 marzo al «Salone delle Fontane» dellEur. I primi due giorni saranno dedicati al dibattito (giovedì e venerdì dalle 17 alle 20) mentre sabato, dalle 9 alle 23, i 39.150 iscritti sceglieranno il nuovo presidente di via Po. Fissato invece per sabato e domenica prossimi allhotel «Duca dEste» di Tivoli il congresso dei circoli provinciali, dove è praticamente scontata lelezione alla presidenza di Francesco Lollobrigida.
Sullo sfondo dellassise capitolina, il grande obiettivo di «far tornare Roma nelle mani del centrodestra alle elezioni amministrative del 2011». Un progetto ambizioso, come dimostra lampio schieramento di forze a sostegno dellattuale commissario, energicamente voluto dal leader del partito Gianfranco Fini. E così ieri alla conferenza stampa dellhotel Nazionale ecco comparire buona parte degli illustri firmatari del documento preliminare per la candidatura Alemanno: i deputati Fabio Rampelli, Maurizio Gasparri e Silvano Moffa, la vicepresidente della Camera Giorgia Meloni, i senatori Cesare Curzi e Domenico Gramazio, il consigliere regionale Francesco Aracri e quelli comunali Vincenzo Piso (inquilino di via Po dal 2002 ad aprile 2006), Sergio Marchi, Marco Marsilio e Fabrizio Ghera. Il primo a parlare è Rampelli, che sottolinea «lesigenza di ritrovare lo spirito del 93 e della stagione delle grandi vittorie», che portarono Silvano Moffa alla Provincia e Francesco Storace alla Regione. Gasparri ricorda «il clima di regime e di conformismo mediatico che il veltronismo ha creato in città e che noi dobbiamo rompere recuperando un ampio consenso». Chiusura affidata ad Alemanno, che nellesporre i punti già elencati ribadisce limportanza di passare «da un modello verticistico a uno partecipativo. La mia non è una candidatura correntizia né calata dall'alto. Si tratta di una sfida condivisa per creare unopposizione nuova, che presenti progetti credibili e dia voce alla città invisibile». Poi lappello ai «dissidenti», i senatori Francesco Storace e Andrea Augello, perché «si arrivi a una soluzione unitaria nellinteresse di An, anche se, in un partito democratico come il nostro, anche le altre candidature sarebbero legittime». E nel pomeriggio arrivano le repliche dei due diretti interessati. Per il «Blocco sociale», che fa riferimento a Storace e al consigliere comunale Fabio Schiuma, «quella di Alemanno è una candidatura autorevole, che al momento tuttavia rappresenta solo una parte di An, per quanto considerevole. Attendiamo comunque di conoscerne i programmi per poter continuare la raccolta di firme per una nostra candidatura alternativa di una donna, di destra, coraggiosa e militante». «Sono rimasto impressionato - conclude invece Augello, che tuttavia ha già concluso la raccolta delle firme necessarie per candidarsi - dallo schieramento di eletti e dirigenti a sostegno di Alemanno. Mi è sembrata unimmagine vicina allocchettiana gioiosa macchina da guerra.
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