Alessandra Facchinetti: «Il mio rosa Valentino»

da Parigi

Oggi per la prima volta in oltre 45 anni gli addetti ai lavori della moda assisteranno a una sfilata di Valentino senza Valentino. Al suo posto sulla passerella del parigino Palais de Chaillot uscirà Alessandra Facchinetti, la 35enne stilista bella e sottile come una top model. Chiunque sarebbe in preda al terrore davanti a una simile prova, soprattutto lei che ci è già passata. Sono trascorsi tre anni e cinque giorni da quando ha presentato la sua seconda e ultima collezione donna per Gucci dopo Tom Ford. L’8 marzo 2005 Alessandra fu costretta a dare le dimissioni. Ne è uscita alla grande prima disegnando egregiamente la linea Gamme Rouge di Moncler, poi con la clamorosa nomina a direttore creativo della maison.
Come ci si sente a sostituire un mostro sacro?
«Stanca ma contentissima e stranamente soddisfatta. Sono una perfezionista e in genere penso sempre di poter far meglio. Negli ultimi sei mesi non ho fatto altro».
Non teme che la storia si ripeta?
«Oggi c’è maggior maturità, mi sento sostenuta dal mio team».
Quante persone sono?
«Una trentina e quasi tutti vengono dall’ufficio stile di Valentino. L’unione fa la forza e questa è una maison straordinaria: quando sono andata a Roma per incontrare il signor Valentino ho avuto modo di visitare l’atelier. Mi son messa a piangere: non c’è una macchina da cucire, solo le mani, il talento e la passione di chi lavora al servizio della bellezza».
Valentino le ha dato dei consigli?
«Sì, ha detto: mi raccomando, questo è un marchio di lusso, non dimenticarlo mai».
Gli ha già fatto vedere la collezione?
«Mi sarebbe piaciuto tantissimo, ma non è successo. Spero che venga alla sfilata, se non potrà sarà per un’altra volta: non mi offendo».
Chi verrà di sicuro?
«Il signor Giammetti. E Marisa Berenson, Winona Ryder e Simona Ventura».
Nessun collega?
«Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi di 6267. Gli altri non sono sicuri ma mi hanno testimoniato la loro vicinanza. Ho ricevuto biglietti molto affettuosi da Tom Ford e Alber Elbaz. E un meraviglioso mazzo di fiori da Frida Giannini».
È amica di chi ha preso il suo posto da Gucci?
«Amiche è una parola grossa, certo le sono grata di questo gesto elegante».
Chi viene della famiglia?
«Mio padre e mio fratello: non potrei sfilare senza qualcuno di loro. Se avessi potuto mostrare la collezione a una sola persona sarebbe stata la mamma che invece resta a Bergamo».
A cosa si è ispirata?
«Non c’è una storia, mi sono concentrata su volumi, forme e proporzioni tentando di conciliare gli anni Sessanta con il Rinascimento, la costruzione architettonica dei capi con il lato romantico e femminile che è nel Dna della griffe. Lo stile di Valentino è senza tempo, ha creato il marchio più timeless che ci sia.

A me piace anche il suo lato eccentrico e al tempo stesso sofisticato».
C’è tanto rosso?
«Ho puntato molto sul rosa della pelle, è un colore caldo e puro che mi dà un senso di pulizia».
Ha sacrificato qualcosa per arrivare fin qui?
«Questo lavoro è la mia vita».

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