
I nemici della Chiesa si fregano le mani dinnanzi al pasticcio sul caso di monsignor Angelo Becciu. Saranno i cardinali a decidere se accettare o meno il passo indietro dal Conclave del cardinale sardo, condannato in primo grado a cinque anni e sei mesi in un processo con regole cambiate in corsa quattro volte e testi imbeccati dall'accusa (come emerge dalle chat pubblicate dal Domani). Secondo quanto si apprende da fonti presenti alla congregazione generale di ieri mattina, durata dalle 9 alle 12.25, con circa venti interventi, davanti ai quasi 190 cardinali presenti ieri mattina nell'Aula del Sinodo per la quinta Congregazione generale (poco più di un centinaio quelli elettori) Becciu avrebbe prima ribadito la sua posizione («Ho diritto a essere elettore») ma alla fine avrebbe comunque offerto il suo passo indietro, proprio adesso che emergono i tanti misteri sulla sua condanna. «Su Becciu ancora non c'è nessuna delibera», la scarna ammissione di qualche cardinale.
Il cedimento di Becciu non suona come un'ammissione di colpa, anzi. Dimostra invece la volontà di bere questo calice amaro per non disunire il collegio cardinalizio. Di certo, la sua esclusione sarebbe un favore ai suoi (pochi ma buoni) nemici in Conclave, convinti che la sua influenza potrebbe dirottare voti preziosi, ma aprirebbe una ferita insanabile in un Vaticano mai così spaccato sul futuro della Chiesa, il cui veleno infetterà inevitabilmente anche il prossimo Pontefice, il cui mandato è sporcato da questo pasticcio.
Sembra prevalere la linea del Segretario di Stato Pietro Parolin, forte di due lettere dattiloscritte siglate con una «F» e mostrate a Becciu che dimostrerebbero la volontà di Francesco di escluderlo dal Conclave: una risalirebbe al 2023, l'altra nei giorni del ricovero del Papa al Gemelli. Se anche la volontà di Bergoglio fosse stata questa, il loro valore canonico sarebbe zero, perché andavano rese pubbliche in tempo reale (e non quasi di nascosto, alla terza Congregazione), sebbene il diritto/dovere di voto secondo il codice sarebbe inalienabile rispetto alla dignità cardinalizia che Becciu non ha mai formalmente perso. Di questa idea sono convinti in tanti nel Conclave, forti del parere di autorevoli esperti come l'ordinaria di Diritto ecclesiastico Geraldina Boni che al Giornale ha detto: «Becciu avrebbe perso i diritti connessi al cardinalato», non la dignità cardinalizia.
Solo uno sciocco può pensare che la presenza di Becciu al Conclave fosse un capriccio, perché invece racconta plasticamente il solco interno al Vaticano innescato dopo il Pontificato di Bergoglio, non solo tra «riformisti» e «tradizionalisti» ma in modo più subdolo e trasversale, alla faccia della «misericordia» evocata solo domenica da Parolin. Sarà solo dopo la Messa pro eligendo Pontifice, la celebrazione eucaristica presieduta dal decano del Collegio cardinalizio Giovanni Battista Re, che i giochi saranno più chiari.
«Ma chi pensa che con Becciu fuori dai giochi l'elezione del Papa sia in discesa si sbaglia di grosso», dice più di una fonte vaticana, sebbene ci sia anche chi è convinto del contrario. «Sulle spalle del cardinale Becciu resta il peso amaro di rinunciare al voto per obbedienza al Papa o disubbidire da morto a chi l'ha mandato a un processo sempre meno credibile», ragiona lo storico della Chiesa Alberto Melloni, segretario della Fondazione per le Scienze Religiose e ordinario all'Università di Modena e Reggio Emilia.
Il riferimento al processo «sempre meno credibile» riguarda la conclamata macchinazione scoperta sul Domani dalle chat tra l'ascoltatissima Francesca Chaouqui e il Promotore di giustizia Alessandro Diddi, che avrebbero concordato il pentimento del teste chiave Alberto Perlasca, ex fedelissimo di Becciu, anche attraverso dettagli e informazioni riservate apprese dalla gendarmeria e dalla Procura vaticana, come si evincerebbe anche da un audio inedito.
In serata non è arrivata
l'ufficializzazione del passo indietro, deciderà comunque la sesta Congregazione generale inizierà stamattina alle 9. Difficile pensare che verrà respinta, ma sarà importante capire con quali proporzioni. Anche in chiave Conclave.
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